Il fronte del Sud non molla. Oggi, nella Sala Rossa del Palazzo Scaligero, il presidente Giovanni Miozzi ha convocato i sindaci della Bassa veronese per consegnare all’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto e al presidente della Quinta Commissione consigliare regionale Leonardo Padrin il documento di diffida nell’adottare provvedimenti che comportino la dismissione o il depotenziamento degli ospedali. In pratica quello che dovrebbe fare con opposto obiettivo Villafranca, a cui la programmazione assegna i servizi (vedi articolo sotto) che ora non ci sono, Erano presenti 25 sindaci delle Ulss 21 e 22: Sanguinetto, Cerea, San Pietro di Morubio, Casaleone, Gazzo Veronese, Roverchiara, Minerbe, Bonavigo, Trevenzuolo, Erbè, Vigasio, Villabartolomea, Bevilacqua, Terrazzo, Nogarole Rocca Povegliano, Sorgà, Bovolone, Isola della Scala, Salizzole, Zevio, Buttapietra, Boschi Sant’Anna, Nogara, Castel d’Azzano. Erano presenti inoltre Alessandro dall’Ora e Daniela Carraro, direttori generali dell’Ulss 22 e 21, oltre ai consiglieri regionali veronesi. Il documento – inviato anche al presidente della Regione Luca Zaia, al prefetto Perla Stancari e al Tribunale del malato – contiene la denuncia del vuoto sanitario a cui sono soggetti i cittadini della pianura veronese, che rappresentano circa un quarto dell’intera popolazione della provincia. La pianura può contare su un unico ospedale di rete (Legnago), mentre nella parte nord ve ne sono addirittura cinque (Bussolengo, Azienda ospedaliera di Verona, Negrar, San Bonifacio Peschiera). I sindaci diffidano, dunque, la Regione e le Ulss dal prendere qualsiasi iniziativa senza aver prima ascoltato il territorio. “Mi auguro che la Regione non sia sorda e sappia ascoltare la voce del territorio – ha commentato il presidente della Provincia e sindaco di Isola Miozzi-. Ringrazio chi oggi è venuto a Verona, e a loro voglio dire che il nostro impegno a difesa di una sanità dignitosa non si esaurirà con questo documento. Anche perché non chiediamo privilegi particolari, per i nostri cittadini chiediamo solo un trattamento pari a quello degli altri veneti. Auspico quindi un confronto costruttivo perché, al momento, c’è disuguaglianza di servizi fra il nord e il sud della nostra provincia. In termini di strutture sanitarie, c’è un quarto dei veronesi che, se va bene, impiega almeno mezz’ora prima di raggiungere l’ospedale più vicino. Chiedo, infine, all’assessore regionale Luca Coletto, che ha ascoltato le nostre richieste, di ricordare ai direttori generali delle Ulss veronesi di non procedere a nessuno spostamento o trasferimento in assenza di nuovi atti ufficiali della Regione”. Peccato che Miozzi e la Provincia non si siano mai mobilitati per l’ospedale di Villafranca per far sì che fosse ripristinato in fretta dopo l’incendio.