Istituto Comprensivo, Comune, Parrocchia e Circolo Noi insieme per diffondere un uso consapevole dei social network: anche quest’anno parte a Povegliano il progetto “In rete, ma liberi”, in collaborazione con l’associazione Bimbi in Rete. Bimbi in Rete è nata alla fine del 2009 con l’obiettivo di essere un’associazione, prima nella Regione Veneto, che opera concretamente contro gli abusi commessi ai danni dei minori sfruttando le nuove tecnologie. I temi affrontati sono molto diversi tra loro: pedofilia, cyberpedofilia, cyberbullismo, subculture giovanili, truffe online, abuso nei social network, culti abusanti e satanismo.
Il progetto prevede un incontro per i genitori, gli educatori e gli adulti presso il teatro parrocchiale, lunedì 2 marzo dalle 20.30 alle 23. Mentre per i ragazzi ci saranno attività nell’orario scolastico e un incontro in teatro martedì dalle 15.30 alle 17.30. Le attività sono condotte da Anita Macente e da Roberto Morello, esperti dell’associazione, che hanno fatto della conoscenza dei pericoli della rete la loro “mission”. Daranno consigli per un uso consapevole delle nuove tecnologie. Roberto Morello è, tra l’altro autore del libro “Nativi digitali, istruzioni per l'(ab)uso”.
La Parrocchia e il Comune contribuiscono a coprire le spese di questo progetto, riconoscendone l’importanza.
“Affinché i bambini e i giovani imparino a usare in sicurezza i media digitali, è indispensabile che affrontino il tema dei pericoli insiti in queste forme di comunicazione – afferma il sindaco Anna Maria Bigon -. Da numerosi studi emerge che i giovani sono molto abili nell’uso delle nuove tecnologie e le utilizzano per molte ore al giorno, ma ciò non significa che sappiano usarle con responsabilità. È dunque fondamentale che sviluppino senso critico per valutare i contenuti dei siti e dei social network, riconoscere possibili pericoli e sapere come proteggersi. La scuola, a mio avviso, deve essere in prima linea nell’aiutarli a farne un uso responsabile e adeguato alla loro età”.
Molti genitori si preoccupano quando i figli sono fuori casa, ma molte insidie arrivano attraverso pc, tablet e smartphone. In questo caso le istituzioni fanno rete per conoscere e comprendere.