Dopo l’addio di Sogliano, da oggi inizia ufficialmente al Verona l’era di Riccardo Bigon. Il nuovo diesse è stato presentato dal presidente Setti. “Dopo tre anni c’e questa novità. Il percorso che stiamo iniziando con Bigon è importante perché arriva da esperienze molto più rilevanti della nostra e avendo fatto la gavetta sa cosa vuol dire venire in una piazza piccola ma calda come la nostra. E’ abituato a stare sul campo e non dietro una scrivania. Il percorso durerà almeno tre anni. Ho detto subito che bisognava dare stabilità al Club. Le cose da fare sono tantissime. Amo avere collaboratori di fiducia per il nostro percorso. Chi viene scelto è perché ha dei meriti e non per conoscenze. Ho imparato che le rose purtroppo le completi in agosto. Comunque l’organico in parte già definito. Potremo valutare in ritiro alcuni ragazzi che sono rientrati. Io devo solo ringraziare chi ha lavorato qui ma poi le cose cambiano perché ogni anno si alza l’asticella di quello che si vuole fare. Stiamo lavorando a un centro sportivo che sarà un vanto”.
Ed ecco le prime considerazioni di Riccardo Bigon, che si avvarrà della collaborazione di Maurizio Micheli, Marco Zunino e Leonardo Mantovani. “E’ nata subito intesa sul metodo di lavoro e sulla filosofia da portare avanti. Vengo a lavorare in una società prestigiosa, con persone competenti e serie che hanno in mente un progetto di crescita importante. Il lavoro fatto fino ad oggi è ottimo. L’obiettivo che deve avere il Verona è consolidarsi a un certo livello in serie A che è la categoria che compete alla città e alla tifoseria. Ho sempre fatto negli undici anni precedenti della continuità tecnica un caposaldo. Conferma biennale di Mandorlini ne è la prova. Va confermato chi ha contribuito a fare 100 punti in serie A in due anni. Poi è normale che verrà cambiato qualcosa. Nel rispetto della solidità di bilancio, per avere continuità nell’azienda si cercherà di mantenere il gruppo che ha fatto bene e possibilmente migliorarlo. Con giocatori italiani è più facile avere più appartenenza alla maglia anche se ci sono stranieri che sono esempi di professionalità e attaccamento. Venire a giocare al Bentegodi non è mai stato facile, venire qui con Reggina e Napoli sono sempre state trasferte difficili, vista la rivalità. Bello finché il campanilismo rimane dentro i confini sportivi. Difficile trovare oggi in Italia un Club che sia cresciuto così tanto. Il Verona ha fatto un grande salto in avanti dal punto di vista organizzativo e di strutture negli ultimi anni. Una società da prendere a modello. Anche tornare in Veneto è una cosa positiva”.