Un incontro in Provincia per cercare soluzioni alla chiusura dell’Istituto Sperimentale di Frutticoltura. Erano presenti il presidente Antonio Pastorello, Fausto Bertaiola, presidente del Consorzio di Tutela della Pesca di Verona I.G.P.; i rappresentanti dei Comuni di Bussolengo, Pescantina, Sommacampagna, Sona, Villafranca, Valeggio sul Mincio.
Con la riforma delle Province e in mancanza della legge regionale che ridistribuisce le funzioni non fondamentali ad altri enti, l’attività dell’Istituto Sperimentale di Frutticoltura sarà definitivamente chiusa. L’ente della Regione Veneto preposto alla sperimentazione, Veneto Agricoltura, a sua volta commissariato, potrebbe subentrare, ma fintanto che non sarà attiva la nuova agenzia sull’innovazione, non sarà possibile avere risposte certe. L’intervento dei sindaci è necessario per trovare una soluzione celere al problema.
L’Istituto partecipa, dal suo inizio, al progetto del Ministero delle Politiche Agricole, “Liste di orientamento varietale dei fruttiferi”, gruppo pesco. Scopo del progetto è quello di studiare le nuove varietà frutticole, in particolar modo della pesca e nettarina, per verificarne l’adattabilità all’ambiente veronese. Inoltre, l’Istituto fornisce un’attività di supporto tecnico agli agricoltori, stilando annualmente una lista delle varietà che meglio si adattano al territorio e organizzando una mostra che consente di vedere il frutto di ogni varietà.
La collezione varietale, costituita da oltre 80 cultivar (termine tecnico con cui si definiscono le varietà di pianta coltivata, ottenute con il miglioramento genetico) di pesco e nettarine, è ubicata nel Comune di Villafranca, nell’azienda agricola Claudio Campostrini, in cui i tecnici dell’Istituto svolgono la raccolta dei campioni per le mostre, oltre naturalmente alla raccolta di dati per i laboratori. A fronte delle spese di coltivazione la Provincia, in passato, riconosceva all’azienda i costi pari a 3.000 euro per anno. Qualora non si trovasse una soluzione in tempi brevi, il campo varietale sarà estirpato e i peschicoltori veronesi dovranno affidarsi per le loro scelte ai soli vivaisti.
«Ho voluto questo incontro con i rappresentanti dei Comuni appartenenti al territorio della pesca perché urge un intervento sinergico – spiega il presidente Pastorello – . La riforma delle Province vuole che questa attività sperimentale cessi con una, conseguente, eliminazione del campo ed è, evidente, che questo costituirebbe una grande perdita. Ho coinvolto i Comuni per capire se la gestione del campo possa continuare attraverso loro o se sia necessario appellarsi, collettivamente, alla Regione del Veneto, preposta all’attività sperimentale, affinché si faccia carico di risolvere questa situazione problematica considerando di poter avvalersi dell’ausilio di Veneto Agricoltura».