Entra nel vivo il progetto ‘’Noi & Al’’ curato dalla Piccola Fraternità di Dossobuono in collaborazione con l’Ulss e il contributo della Fondazione Cariverona di 25 mila euro, dedicato alle famiglie con malati di Alzheimer.
«E’ l’ennesima progettualità efficace a sostegno delle famiglie che hanno nel proprio ambito persone colpite dall’Alzheimer – commenta il vicesindaco i Nicola Terilli – . Intuizione della Regione che decise di finanziare i centri sollievo per l’Alzheimer. Un’iniziativa che segue quella a Villafranca portata avanti dalla Fondazione Historie. Il valore del terzo settore è dimostrato nel nostro territorio anche dalla validità dei progetti».
L’obiettivo finale è quello di migliorare la qualità di vita delle famiglie che vivono con un paziente a cui è stata diagnosticata una forma di demenza prima dei 75 anni. In particolare l’idea è quella di promuovere interventi che influiscano positivamente sul benessere generale di chi se ne occupa, sul suo senso di auto-efficacia e sulla propria autostima, fornendo da un lato supporto emotivo e dall’altro conoscenze teoriche e pratiche utili nella cura del proprio caro.
«Puntiamo a intercettare le famiglie dove ci sono casi di Alzheimer – spiega il direttore Stefano Manara -. Sono state contattate più di 40 famiglie che hanno un giovane con l’Alzheimer e che non hanno risposta sul territorio. E’ fondamentale spiegare alle famiglie come comportarsi. Quando uno si ammala c’è la malattia che diventa un componente in più della famiglia. E’ un percorso che dura due anni, 10 famiglie ogni anno, a sei fasi».
Si è iniziato con un ciclo di 6 serate di formazione per i familiari gestita da professionisti di diversi settori. Poi la creazione di un portale “L’esperto risponde” ed un “forum” dedicato ai famigliari coinvolti, appoggiato sul sito della Fondazione Piccola Fraternità. Terza fase 12 incontri di gruppo di auto-mutuo-aiuto per i familiari. Quarta con 8 incontri di attività motoria e 8 incontri di attività cognitiva per familiari e utenti, anche attraverso 5 tablet . Quinto passo le 4 gite ed uscite di gruppo per motivare familiare e paziente a condividere momenti di quotidianità e socializzazione. Infine la relazione finale e preparazione di un elaborato che raccolga l’esperienza vissuta.
«Noi che ospitiamo anziani e altri parzialmente autosufficienti – spiega il presidente Olindo Saccardi – abbiamo voluto prepararci anche a queste situazioni che purtroppo esistono. Con Servizi sociali e neurologia di Bussolengo con la dottoressa Buffone e le sue collaboratrici si è iniziato a impostare questo percorso. I pazienti devono essere seguiti da qualcuno perché la malattia sconvolge la vita delle famiglie. Sono come dei file che vengono cancellati nella mente dei pazienti. Un’adeguata conoscenza e consapevolezza della malattia infatti incide positivamente sulla qualità di vita del paziente e di chi se ne prende cura».