L’inquinamento è fuori controllo e non si potrà più far finta di niente. Da qui la necessità di comportamenti virtuosi da parte di tutti e l’adozione di misure drastiche rispetto al passato a livello di bacino padano in caso di sforamento dei valori delle polveri sottili. La presentazione oggi in municipio.
«Come sempre gli impegni vincolanti sottoscritti in Europa sono stati sottovalutati – spiega il sindaco Mario Faccioli nella veste anche di consigliere provinciale con delega all’ambiente-. Ognuno deve fare la sua parte. Bisogna cominciare ad abbattere il livello delle polveri sottili. L’Italia tra i più sanzionati per il superamento dei limiti. Sino ad oggi c’erano state ordinanze all’acqua di rose. Ora la situazione è cambiata. A luglio 2017 il ministro Galletti con le quattro regioni hanno concordato le linee di attuazione con una proiezione al 2025. Dopo il tavolo TTZ provinciale ho incontrato le associazioni di categoria imprenditoriali. Dal 2018 interventi pesanti, non sarà più possibile fare interventi soft. Le ordinanze scattano quando Arpav comunica il superamento dei valori nelle centraline. Scattano subito dal giorno successivo e valgono per tutti. Interventi uniformi in tutto il bacino padano dal 15 di ottobre». Il problema che hanno tutti i comuni è la segnaletica per avvisare dei blocchi. Le criticità maggiori riguardano le attività commerciali che utilizzano mezzi euro 3. Poi ci sono pellet non in regola per il riscaldamento, spargimento liquami. «Serve responsabilità da parte di tutti, nelle modalità con cui si fa la vita di tutti i giorni. All’Europa non interessa se uno non ha i soldi per sostituire il mezzo obsoleto che inquina. Non si può più chiudere gli occhi, far finta di nulla. Bisogna portare la gente a responsabilizzarsi e a mettersi in linea gradualmente. Perché c’è gente che compra ancora macchine euro 4 o veicoli euro 3 che vanno fuori legge?».
La lotta all’inquinamento passerà anche dalle pianificazioni urbanistiche, come costruisci, i risparmi energetici, piste ciclabili. «Il divieto sarà maggiormente accentuato dove c’è un trasporto pubblico efficiente che si punta ad incentivare soprattutto dove gravita la maggior parte di spostamenti. Il servizio urbano a Villafranca non pare attuabile adesso. Prima bisognerà attuare la programmazione urbanistica».
I provvedimenti
Il Tavolo tecnico Zonale ha adottato le misure antismog da attivare durante il prossimo inverno da tutti i 98 comuni di Verona.
La novità di quest’anno riguarda il recepimento della delibera della Giunta regionale, sulle misure temporanee omogenee individuate dal ‘Nuovo Accordo Bacino Padano”, che interessa tutte le Regioni del Nord Italia ed è volto al miglioramento della qualità dell’aria e al contrasto dell’inquinamento locale da PM10.
I sindaci presenti hanno fissato, tra le altre misure di limitazione, il divieto: di circolazione per i veicoli a benzina (Euro 0 e Euro 1) e a gasolio (Euro 0, Euro 1, Euro 2), dal 15 ottobre 2017 al 15 aprile 2018, dal lunedì al venerdì, escluse le giornate festive infrasettimanali, dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15 alle ore 18; di mantenere il motore acceso; di effettuare combustioni all’aperto; di climatizzare nelle abitazioni cantine, ripostigli, box, garage, depositi; di limitazione della temperatura misurata a massimi 19°C.
Ora ci saranno tre livelli di allarme. Col verde non succede nulla. L’arancio scatta dopo 4 giorni consecutivi di superamento, sulla base delle verifiche effettuate lunedì e giovedì. Le misure vengono attivate dal giorno dopo (martedì o venerdì) e riguardano l’euro 4 diesel (dalle ore 8.30 alle ore 18.30 in ambito urbano) ed euro 3 veicoli commerciali (dalle ore 8.30 alle ore 12.30), generatori di calore domestici a biomassa legnosa (se c’è un impianto alternativo) che non rispettano i valori previsti per la classe 3 stelle. Il rosso scatta dopo 10 giorni di sforamento e misure attivate dal giorno dopo la verifica, con estensione del divieto agli euro 3 diesel veicoli commerciali (dalle ore 8.30 alle ore 18.30) ed euro 4 (dalle ore 8.30 alle ore 12.30), generatori di calore domestici a biomassa legnosa (se c’è un impianto alternativo) che non rispettano i valori previsti per la classe 4 stelle.