Lo scalatore Giampietro è arrivato in cima alla salita. Con questa immagine legata alla sua passione, la montagna con le sue difficoltà da superare, è stato ricordato monsignor Giampietro Fasani a cui la comunità ha dato l’ultimo saluto.
Tante gente in Duomo e anche fuori davanti al maxi schermo anche se buona parte degli spazi interdetti a transito e sosta sono rimasti vuoti. Tanto affetto nei confronti di una persona dalle idee chiare, risoluto ma anche pronto a gettare ponti tra le persone, gli enti e le istituzioni, come ha evidenziato Thomas Chiaramonte dell’Associazione Diocesana Opere Assistenziali. E tante testimonianze da parte di autorità civili e religiose, dei famigliari, di chi ha avuto la fortuna di incrociare la sua strada: quella del sindaco Faccioli che ha sottolineato l’amore da e verso la comunità, del parroco di Dossobuono Andrea Mascalzoni che ne ha tracciato il profilo, di mons. Rocco Pennacchio e Mauro Rivella che ne hanno ricordato competenza, fedeltà e trasparenza nei dieci anni trascorsi a Roma come economo generale della Conferenza Episcopale Italiana, degli amici di Lugo di Grezzana dove era nato il 18 gennaio 1953, del Cardinale Mario Zenari che nonostante le bombe sulla testa in Siria non ha voluto far mancare la sua vicinanza, di Roberto Zoppi dei consigli pastorali parrocchiali che ha ricordato come a don Giampietro non interessasse la carriera, sentendosi sempre il goffo bambino di una volta. E dei famigliari, che lo hanno considerato un punto di riferimento chiamandolo affettuosamente GiPi.
Ma è stato il Vescovo Giuseppe Zenti a inquadrarlo alla perfezione con un breve ma particolarmente significativo ricordo. «Ha incarnato la figura del buon pastore, che sta col suo gregge, porta sulle spalle i più deboli, indica la strada da seguire e aiuta la comunità a estirpare i mali che sono la superbia, l’egoismo, l’insensibilità, la cattiveria».
Purtroppo monsignor Fasani non ha avuto tanto tempo a sua disposizione, essendo arrivato a Villafranca solo nel 2011, per conoscere tutti nella comunità. E il Vescovo è sembrato rivolgersi direttamente al Signore quando ha esclamato: «Gli ultimi quattro parroci di Villafranca sono tutti prematuramente scomparsi. Adesso basta. C’è già carenza di sacerdoti e quelli che ci sono hanno bisogno di poter stare di più con la propria gente per trasmettere il messaggio di Dio».