Forse si avvicina a soluzione il problema delle nutrie, che prolificano anche lungo il Tione.
Si è tenuto oggi nella Sala Rossa dei Palazzi Scaligeri l’incontro di aggiornamento sul ‘problema nutrie’ nel territorio provinciale. L’intento è contrastare i danni arrecati all’agricoltura e soprattutto i rischi idrogeologici provocati agli argini dei fiumi dalle tane dei roditori.
La legge prevede vari soggetti in campo, in primis i Comuni nelle aree urbane e le Province nelle aree extraurbane. Ad oggi la Regione del Veneto ha assegnato al Corpo di Polizia Provinciale risorse per circa 55mila euro, finalizzate all’acquisto degli strumenti e delle attrezzature per il piano di eradicazione. Alcuni Comuni hanno, inoltre, impegnato risorse proprie per far fronte al problema.
Il Corpo di Polizia Provinciale, infine, ha organizzato e continuerà a organizzare corsi per la gestione delle gabbie rivolti agli agricoltori. A breve si provvederà all’acquisto di ulteriori gabbie, munizioni e altri dispositivi.
«Anche in provincia di Verona – sottolinea il presidente della Provincia, Antonio Pastorello – si sono verificati casi di incidenti con mezzi agricoli dovuti al cedimento degli argini causato dalle tane delle nutrie. Questo roditore – privo, almeno in fase adulta, di predatori che ne contengano il numero – oltre a rappresentare un problema per l’agricoltura e gli argini, può diventare un pericolo per gli operatori impegnati nelle campagne e lungo fiumi e canali della pianura».
Nel 2018 la Polizia Provinciale ha acquistato 200 gabbie per la cattura delle nutrie e le ha assegnate agli ambiti territoriali di caccia. Le gabbie saranno gestite da agricoltori autorizzati, che procederanno all’abbattimento ‘con sparo’ in caso d’intervento di un cacciatore o con fucile ad aria compressa di potenza inferiore ai 7,5 joule (che non viene considerata un’arma ma la cui efficacia eutanasica è riconosciuta dall’Ispra).
La stessa Polizia Provinciale ha poi assegnato ai presidenti degli ambiti di caccia, che curano gli abbattimenti ‘con sparo’, 8.000 munizioni. Finora i cacciatori hanno sempre utilizzato risorse personali per l’acquisto delle cartucce.
Nel 2017 i capi abbattuti in provincia di Verona sono stati 7.128. Le gabbie posizionate nel territorio sono state 79 e le autorizzazioni personali rilasciate per partecipare ai piani di controllo hanno toccato quota 255. Nei soli primi tre mesi del 2018, i capi abbattuti negli ambiti territoriali di caccia 5 e 6 sono stati 3.871 a fronte di 180 autorizzazioni rilasciate. A febbraio la Polizia Provinciale ha tenuto due corsi gratuiti per l’uso delle gabbie a cui hanno partecipato 80 agricoltori.
«In passato – spiega la Dirigente del Corpo di Polizia Provinciale, comandante Anna Maggio – la nutria è stata giuridicamente equiparata ai topi rendendo vani i piani provinciali. Dopo un paio di anni di limbo, la Regione è però intervenuta sia con una legge e un piano per l’eradicazione dell’animale, sia con risorse dedicate».
Erano presenti anche il Consigliere con delega alla caccia Stefano Marcolini,il Vicecomandante Damiano Cappellari, il biologo e Responsabile ufficio caccia e pesca Ivano Confortini, il presidente di Coldiretti Verona, Claudio Valente e Napoleone Giarola del Consorzio di Bonifica Veronese, alcuni rappresentanti degli ambiti territoriali di caccia e alcuni sindaci della pianura veronese.