Con il via libera alla Tav riprenderebbe fiato il progetto di metropolitana leggera Verona-Mantova. Lo dice l’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti (nella foto col sindaco Dall’Oca e il sottosegretario Coletto), che valuta le prospettive per il nodo ferroviario scaligero conseguenti alla realizzazione della nuova linea dell’Alta Velocità ‘Brescia-Padova’ che libererebbe a un uso ‘regionale’ i binari oggi utilizzati. L’area di Villafranca, tra l’altro, aspetta da 20 anni questo progetto con scalo al Catullo che andrebbe anche a liberare l’abitato dii Dossobuono attualmente diviso in due dai binari.
“Un’opportunità irripetibile, da non lasciarsi sfuggire, per dotare l’area veronese di un servizio di metropolitana di superficie che assicurerebbe un notevole potenziamento del sistema di trasporto pubblico locale. La realizzazione delle linee per i treni veloci dell’asse orizzontale padano determinano nuovi scenari per il trasporto regionale e soprattutto per il trasporto suburbano di Verona, che interessa la mobilità di un’area nella quale risiede il 62 per cento della popolazione provinciale. La centralità del nodo ferroviario veronese – prosegue De Berti – è data dal fatto che i tre capoluoghi di Brescia, Vicenza e Mantova si trovano a una distanza di circa 50 chilometri e che tra i 14 e i 24 chilometri da Verona ci sono i centri di Villafranca, Peschiera, Domegliara, S. Bonifacio e Isola della Scala. Oggi le distanze tra le stazioni superano i sei/sette chilometri e non permettono un’adeguata accessibilità del territorio al servizio ferroviario, ma con la realizzazione di alcune nuove stazioni dotate di strutture minimali (banchine e pensiline), collegate anche al servizio bus, dotate di parcheggi, raggiungibili attraverso percorsi ciclabili e pedonali protetti, sarà possibile creare un sistema di trasporto locale basato sull’intermodalità tale da rivoluzionare positivamente la mobilità in quest’area”.