Nella loro precedente esperienza Schelotto e Andreolli hanno fatto molto bene. Ora il Chievo li ha richiamati a Verona per tentare l’impresa. Oggi la presentazione.
A fare gli onori di casa il team manager Marco Pacione: «Schelotto è in prestito fino al 30 giugno dal Brighton, con noi ha collezionato 29 presenze. Andreolli è definitivo e da noi vanta 81 presenze con 3 gol. Arrivano in un momento difficile e delicato ma col bagaglio d’esperienza che hanno possono darci grossa mano verso la salvezza».
Ezequiel Schelotto è carico: «Ho sentito subito fiducia da parte di tutti. Sono passati 4 anni. Ma sembra ieri che ero qua. Conoscono bene città e la famiglia Chievo. Il Mister ci ha fatto capire che conta solo il gruppo e tutti lottiamo per lo stesso obiettivo. Orala classifica è diversa ma la sensazione è positiva. Purtroppo a volte i risultati non vengono. Ultimi cinque mesi non ho giocato tanto. Il mio cuore nel 2014 era di rimanere qua ma non è stata una situazione carina per me e la famiglia. Ringrazio il presidente Campedelli che mi ha detto le cose come stavano. Purtroppo c’è chi lavorava qui prima che mi ha preso in giro per un mese. Col Brighton giocato quasi tutte le gare, poi secondo anno l’allenatore ha preso giocatori più difensivi. Fatto scelta col cuore. Tornato perché qui sono stato molto bene calcisticamente, parlato con la società da uomini veri. Così ho scelto Chievo. Come ruolo mi adatterò alle scelte del tecnico. In passato fatto delle scelte non ottime che però mi hanno fatto maturare. Ringrazierò sempre il popolo italiano e Cesena che mi hanno aperto le porte. Ora ho famiglia qui, comprato casa, i genitori stanno bene qui. Per il futuro vorrei vivere in Italia».
Marco Andreolli è emozionato di essere di nuovo qui. «Contento e voglioso di lavorare col gruppo, di portare quello che posso per aiutare il Chievo che mi ha dato tanto in passato e che ho sempre portato dentro di me. Ora ho esperienza diversa. Sono passati sei anni, con esperienze anche fuori Italia. Mister molto importante per questa mia scelta. Qui ambiente dove c’è la cultura del lavoro. Ora sta a me ripagare tanta stima e fiducia. Questa squadra a livello qualitativo ha valori importanti. Non merita una classifica così brutta. Tutti insieme dobbiamo dimostrare di valere di più. Ho 32 anni e ne vedo ancora tanti davanti. Salvezza? Nella vita e nel calcio non c’è niente di impossibile. Già con la Roma, che è una squadra fortissima, possiamo dimostrarlo. Tre anni fatti qui dal punto di vista personale sono stato belli, mi sono trovato bene ed ho avuto quella possibilità di giocare con continuità che non ho avuto in altri ambienti. Percorso di crescita importante. Poi un giocatore deve sempre avere l’ambizione di provare a fare nuove esperienze e confrontarsi con ambienti diversi».