Tutti in campo contro la cimice asiatica. Gli ingenti danni prodotti dall’insetto alle produzioni agricole, infatti, richiedono una risposta il più possibile efficace. Ecco quindi un piano di monitoraggio con trappole a feromoni di aggregazione, collocate in una ventina di aziende agricole in località rappresentative dell’area peschicola, kiwicola e olivicola a Sud-Ovest di Verona e un bollettino settimanale diffuso come newsletter (www.aipoverona.it) o scaricabile attraverso apposita applicazione gratuita (Aipo). Sono queste le principali attività del progetto sperimentale sviluppato e realizzato da Coldiretti Verona, AIPO – Associazione interregionale produttori olivicoli di Verona, Consorzio Agrario del Nord-Est con la gestione tecnica di Agrea Centro Studi e il supporto economico di Banco BPM e Cattolica Assicurazione oltre alla collaborazione dei Mercati Ortofrutticoli alla produzione di Bussolengo-Pescantina, Sommacampagna/Sona, Valeggio sul Mincio/Villafranca di Verona e Comuni.
I risultati dalle indagini sono analizzati ed elaborati per ottenere dati sulla distribuzione e biologia dell’insetto al fine di intervenire nei momenti opportuni con trattamenti mirati e selettivi.«E’ necessario valutare dell’insetto la dinamica della popolazione, il comportamento dei voli degli adulti, la presenza degli stadi giovanili e lo sviluppo dell’insetto», ha evidenziato il presidente di Coldiretti Daniele Salvagno.
La “cimice marmorata asiatica” è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili, col rischio di compromettere seriamente parte del raccolto. La diffusione improvvisa di questi insetti, che non hanno nemici naturali, è stata favorita dalle alte temperature di giugno. Le strategie di lotta prevedono diversi metodi, come l’installazione di reti protettive sul frutteto, i trattamenti con prodotti fitosanitari selettivi, le catture massali con trappole a feromoni di aggregazione, l’individuazione di piante-esca per evitare l’infestazione dei campi coltivati. La copertura delle coltivazioni con le reti antigrandine limita la dinamica delle popolazioni mentre ancora più utile è l’impiego di reti anti-insetto. La difesa fitosanitaria dalla cimice asiatica è difficoltosa per l’elevata prolificità e polifagia dell’insetto, presenta inoltre una notevole mobilità potendo infestare velocemente nuove zone o ritornare negli ambienti già colpiti.
Anche a Villafranca la situazione è tutt’altro che rosea. «Ci sono quattro trappole sul pesco (Alpo, Calzoni, Villafranca lato ovest e Quaderni) e una sul kiwi (Villafranca via dei Colli) con un attrattore che emana ferormoni e poi gli insetti vengono catturati – spiega Adriano Cordioli, consigliere delegato all’agricoltura del Comune di Villafranca -. C’è stata una presenza da 16 a 53, quindi sono state rilevate le soglie di danno e di conseguenza consigliato agli agricoltori di intervenire con insetticida. Questo è il momento per abbattere in maniera importante gli insetti e sperare di aver un prosieguo di annata più tranquillo». E’ intervenuto anche il vicesindaco Giandomenico Allegri del Comune di Sommacampagna.
La Commissione Agricoltura del Senato ha approvato all’unanimità ad aprile una risoluzione contro l’invasione della cimice asiatica che impegna il governo ad approvare rapidamente il decreto ministeriale per l’immissione di specie e popolazioni non autoctone di organismi antagonisti di insetti alieni nel territorio italiano e ad accelerare le altre fasi dell’iter per autorizzare l’uso della vespa samurai (Trissolcus japonicus), antagonista naturale della cimice.