Al mago Mariano non è riuscita l’ultima magia, quella di tenere aperta la sala Ferrarini almeno fino a stasera. Perché stasera, martedì, la Fondazione Compagnia Aurora avrebbe portato in scena l’ultima rappresentazione della 63ª rivista ‘‘Bibbidi, Bobbidi, Bu’’. I divieti legati al Coronavirus hanno purtroppo obbligato a uno stop anticipato. «Peccato – commenta Gianni Piazzi – perché tradizionalmente sono le due serate più sentite. E, poi, c’è il dispiacere per chi non ha potuto vedere lo spettacolo». A questo proposito l’Aurora ricorda a tutti i possessori dei biglietti per le due serata annullate che il rimborso avverrà c/o la biglietteria della sala Ferrarini dalle 20.00 alle 21.30 di Martedì 25, Mercoledì 26 e Giovedì 27. Il rimborso avverrà solo tramite la presentazione del biglietto.
Per chi non ha potuto vederla quest’anno la rivista era la storia di Cenerentola che nasceva scena dopo scena dalle divertenti discussioni tra i tre pensionati, il maresciallo attaccato ai schei (Filippo Menditto, 41 anni di Aurora), Galineta improvvisato regista (Giancarlo Bellesini) e Mariano Melchiori, el valesan con doti di mago. Ma la storia è capovolta. Cenerentola in realtà è un uomo (Matteo Piva), le sorellastre diventano fratellastri (Massimo Dal Gal e Andrea Raule) e il principe diventa la principessa (Elisa Galli). Al suo posto resta solo la matrigna (Chiara Rigo) ma viene modernizzata nel ruolo di un’avvenente russa (Galina Palpalova) che raggira i ricchi pensionati per ereditare. Il finale è ancora capovolto. Altro che vissero felici e contenti! Il Cenerentolo finisce per fare ancora una volta il servo, stavolta della principessa che pensa solo a estetista, palestra, serate con le amiche. Tra un passaggio e l’altro i baristi, che non ne possono più dei pensionati che occupano per ore il tavolino, tentano di eliminarli tramite uno spagnolo (Gian Melchiori) nel doppio ruolo truffaldino di cameriere e vigile. Bellissimi e apprezzati i balletti, perché aderenti alla storia, costumi e trucchi degli animaletti. Un brivido per il transito, poi ottimamente riuscito, della carrozza sul palco. Azzeccate le scenografie tornate alla tradizione dopo gli anni del video wall. E c’è stato spazio anche per un paio di stoccate agli amministratori. Una sui problemi per l’uso della sala e quella più bella che ha scatenato l’applauso del pubblico: «Noi facciamo ridere una volta all’anno, voi tutti i giorni».

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