Provaci ancora, Alfredo. E’ il grido che accompagna il nuovo allenatore del Chievo Alfredo Aglietti che l’anno scorso era riuscito a riportare il Verona in serie A quando tutto sembrava perduto. Oggi la presentazione a Veronello.
«Il mister ha accettato di portare a termine la stagione con un obiettivo ben preciso per poi ricominciare l’anno prossimo il lavoro dall’inizio – spiegabile presidente Luca Campedelli -. La scelta è sempre ragionata. Non c’è scaramanzia. Ma contano i risultati che ha avuto. Abbiamo aspettato perché come sempre tutto deve maturare. Visto il girone d’andata direi che la squadra può far bene e quindi i risultati non sono ora secondo le aspettative. Nessuno ci ha messo sotto, ma perso più per demerito nostro. Prima si pensava alla salvezza, ora abbiamo alzato l’asticella. Scelto Aglietti perché è convinto e crede che sia una buona squadra come pensiamo noi».
Il disse Sergio Pellissier evidenzia un cambiamento atto perché c’era bisogno di qualcuno che desse una svolta: «Per far capre che il gruppo c’è ma se non sono arrivati i risultati ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Quando dovevamo fare il salto di qualità si sbagliato. Eppure in settimana si è sempre lavorato bene. Forse i giovani hanno accusato la pressione. Così paga sempre l’allenatore ma sono i giocatori che devono prendere in mano la situazione. Se si cambia vuol dire che qualcosa si è sbagliato e vogliamo ripartire alla grande augurandoci che il mister possa far crescere questa squadra attorno a lui e ripetere l’impresa dell’anno scorso».
Alfredo Aglietti si è mostrato orgoglioso di esser qui. «Il presidente ha sentito la mia voglia di venire qui, di rivalsa in generale. Le premesse per far bene ci son tutte. Ho rifiutato altre proposte. Volevo una società che avesse le ambizioni di risalire. Per compiere imprese ci vogliono convinzione, unità di intenti, un pizzico di fortuna e che tutte le cose vadano a posto. Basta parlare dell’anno scorso. Il Verona ha fatto le sue scelte. Mi auguro di ripetere gli stessi risultati. Semmai mi ha dato fastidio non rientrare subito in gioco. Il campionato è ancora lungo e questo è un vantaggio, la difficoltà può essere la stagione compressa in questo momento. Se sarà secondo posto bene, se no dovremo arrivare carichi a giocarci i playoff con grande autostima e grande convinzione. Ripetersi è sempre difficile, ma bisogna darsi degli obiettivi. Alle porte c’è subito gara importante ad Ascoli. C’è unità d’intenti sul fatto che tutti bisogna dare di più. Se con tutti i problemi la squadra è ancora nei playoff, vuol dire che si può fare meglio. Bisogna riempire di più l’area, tirare anche da fuori, lottare sulle palle in contrasto. Non è solo colpa degli attaccanti se non si segna, bisogna aiutarli. Giaccherini? Sfruttarlo più avanti. Chievo sempre avuto bravi giovani. Qui un mix perfetto con i più anziani. Proprio ad Ascoli squadra giovanissima. Bisogna lasciarli liberi di giocare e di sbagliare. La tenuta mentale diventa difficile. Ma se vogliono crescere devono abituarsi.Prediligo calcio più veloce e verticale. Il mio vantaggio può essere la rabbia, la voglia, dopo sette mesi sul divano mi sono caricato a pallettoni. E devo trasmettere questo entusiasmo alla squadra».