Lotta contro il tempo al liceo Medi per iniziare al meglio il nuovo anno scolastico. E’ l’istituto più importante del Polo scolastico del Villafranchese e da anni, oramai, soffre di carenza di spazi. Il problema non poteva che acuirsi con l’effetto Covid che, in prima battuta, ha costretto il Comune a togliere al Medi le cinque aule ricavate l’anno scorso alle Cavalchini Moro in via Marconi (nella foto) restituendole alla scuola dell’obbligo.
«La Provincia si è attivata con soluzioni alternative – spiega il dirigente scolastico Marco Squarzoni (nella foto col predecessore Bonini) – e dovremmo avere le nuove aule nella struttura di via Ospedale dove c’è anche l’agraria Stefani Bentegodi. Ma, purtroppo, questo avverrà solo ad anno iniziato. Speriamo che facciano il prima possibile Quindi dovremmo partire con una sorta di rotazione delle classi con didattica a distanza per quelle del triennio».
Un’alternativa era trasferire alcune classi nella struttura dell’ospedale di Valeggio dover dovrebbe invece finire una parte del Bolisani. «Per noi era una strada impercorribile vista la centralità dell’Istituto con studenti che convergono dappertutto su Villafranca – spiega Squarzoni -. Avrebbero dovuto venire a Villafranca e poi andare a Valeggio. Poi potrebbero esserci delle aule con moduli mobili. Del resto eravamo già compressi avendo utilizzato tutti gli spazi. Per quanto riguarda gli insegnanti ci sono ancora posti scoperti da coprire con supplenti, come tutti gli anni. Aspettiamo le nomine. Ho invece richiesto del personale ausiliario in più». Rimane l’incognita dei trasporti. «L’Atv ha comunicato che i bus saranno quelli dell’anno scorso. Se non potranno riempirsi sarà un problema arrivare per tutti. Da noi non serve non serve differenziare l’orario perché problemi di ingressi non ne abbiamo. Sarebbe stato anzi controproducente».
Una scuola che esercita un grande richiamo. Così i numeri sono sempre in aumento. Da 47 classi si è passati alle 50 di quest’anno con 1263 studenti distribuiti tra scientifico, scienze applicate, linguistico, scienze umane (con variante economico sociale) e classico. «Abbiamo purtroppo dovuto rifiutare iscrizioni allo scientifico e anche alle scienze umane» conclude Squarzoni.