La scuola riparte anche in Veneto. Il governatore Luca Zaia ha confermato la ripartenza da lunedì prossimo nella misura del 50%. «Si attuerà per tre settimane – ha detto – poi si potrà passare al 75%».
Nella lettera inviata dalla Regione del Veneto e dall’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto a firma congiunta del dott. Santo Romano e della dott.ssa Carmela Palumbo a tutti i dirigenti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado, ai direttori delle scuole della formazione professionale, ai dirigenti degli uffici di ambito territoriale e per conoscenza a prefetti e presidenti di provincia, si richiamano i contenuti del DPCM del 14/01/2021. Ai fini del contenimento dell’epidemia in ambiente scolastico, infatti, si consiglia in via prudenziale alle scuole di attestarsi sulla percentuale del 50 per cento, nelle prime 3 settimane di febbraio, attuando una rotazione settimanale o bisettimanale tra le classi e auspicando il mantenimento dell’unitarietà del gruppo classe.
Nella lettera inviata, con cui si prevedeva una ripresa di almeno il 50 per cento, e fino ad un massimo del 75 per cento, della popolazione studentesca per garantire la ripresa della didattica in presenza.
Per il Veneto la differenza tra l’applicazione della percentuale del 50 per cento rispetto a quella del 75 per cento nel rientro in classe della scuola secondaria di secondo grado è di oltre 53.000 studenti.
«Lo sforzo organizzativo del Veneto è stato di mantenere sempre in presenza le scuole dell’infanzia, le primarie e secondarie di primo grado, principalmente per due ragioni – afferma l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan a margine dell’incontro – . Si tratta di minori che non avrebbero potuto affrontare ancora didattica a distanza senza accusare gravi lacune e comunque con un problema di accudimento per le famiglie, e perché da 0 a 10 anni è dimostrato che i bimbi sono soggetti a bassa trasmissione al di là del contesto dei contagi, e sulla fascia d’età tra i 10 e i 14 la comunità scientifica non è concorde ma resta un bassissimo tasso di positività.
Il rapporto dell’ISS del 30 dicembre attesta che vi è un nesso di correlazione tra la popolazione studentesca dai 14 anni in su rispetto alla diffusione dei contagi. «Questo ci impone una analisi dei dati tempestiva e particolareggiata – afferma Donazzan, – in seguito al confronto di oggi chiederò alla Direzione Prevenzione, anche a nome dell’Ufficio Scolastico Regionale, che si produca un focus sulla scuola per poter attuare le migliori politiche rispetto all’aumento o al mantenimento del numero di studenti in presenza. Non solo trasporti, quindi, ma anche ciò che accade dentro la scuola sarà oggetto di studio per comprendere meglio ciò che accade con tempestività per poter assumere decisioni consapevoli e spiegabili ad una comunità scolastica sottoposta a troppa incertezza. Ci vogliano dati certi per poter scegliere bene come proseguire il cammino per tutto l’anno scolastico. Il massimo della trasparenza nella comunicazione può aiutare a far condividere le decisioni anche da parte delle famiglie e degli studenti per poter affrontare i prossimi mesi con serenità».