«La ricreazione è finita». Lo ha detto il governatore Luca Zaia annunciando il passaggio da lunedì in zona arancione del Veneto. «Se non riusciamo a capire che dobbiamo usare la mascherina ed evitare ogni minimo assembramento poi questi sono i risultati. Ancora ci sono situazioni in cui bisogna invitare a metterla. E’ un obbligo di legge ed è una misura di tutela per sè e gli altri. Dobbiamo prevenire altrimenti, partendo già da una base di posti letto occupati negli ospedali, rischiamo il collasso».
Purtroppo le varianti stanno incidendo, tantissimo anche sui giovanissimi il che porta a decisioni sulle scuole. «La prossima settima potrebbero esserci provvedimenti anche per le scuole. Ci hanno dato degli zoticoni come se ci facesse piacere chiudere le scuole. Ora stanno venendo tutti dalla nostra parte».
A questo proposito, visto che i positivi nelle scuole hanno superato quota mille in Veneto, la dottoressa Francesca Russo ha annunciato misure più stringenti in caso di positività all’interno di una classe (che potrebbero portare alla chiusura dell’intero istituto) e l’adozione di interventi mirati di restrizioni in microzone per circoscrivere subito il contagio ed evitare l’espandersi regionale. Zaia ha ringraziato i sindaci per la collaborazione: «Sono loro le sentinelle del territorio e possono adottare con immediatezza i controlli e le restrizioni necessarie».
L’obiettivo principale è evitare che le persone si tolgano la mascherina, come avviene soprattutto nelle aree dei bar ma anche per strada o nei parchi. Qualche sindaco, come Sboarina a Verona, vieterà per questo motivo il fumo all’aperto in presenza di altre persone.

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