La politica in genere ed i programmi elettorali avevano sempre trattato la sanità come un tema di serie B. C’è voluto il Covid per riportarla al centro dell’attenzione.  Interessante dare una scora ai programmi elettorali delle varie forze politiche in campo per capire come si pongono di fronte alle tematiche della salute e dei problemi ad essa connessi.

C’è da dire che sono comuni a tutti gli schieramenti delle priorità, come quella di accorciare le liste d’attesa, di assumere medici e infermieri e di riformare la sanità sul territorio. Quindi dovrebbe essere certo che queste tematiche verranno portate avanti da chiunque vincesse le elezioni.
Una nota importante. Tutti gli schieramenti hanno eluso un punto fondamentale che sta all’origine della maggiore criticità della sanità italiana: il numero chiuso a Medicina. Solo la Lega ha inserito la sua abolizione nel programma specifico di partito.

Il centrodestra presenta un programma sintetico, per punti. Questo è il programma di coalizione, poi ci sono quelli dei singoli partiti.

• Sviluppo della sanità di prossimità e della medicina territoriale, rafforzamento della medicina predittiva e incremento dell’organico di medici e operatori sanitari

• Aggiornamento dei piani pandemici e di emergenza e revisione del Piano sanitario nazionale

• Oltre la pandemia: ripristino delle prestazioni ordinarie e delle procedure di screening, abbattimento dei tempi delle liste di attesa

• Estensione prestazioni medico sanitarie esenti da ticket

• Contrasto alla pandemia da Covid-19 attraverso la promozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali – come la ventilazione meccanica controllata e il potenziamento dei trasporti – senza compressione delle libertà individuali

• Riordino delle scuole di specializzazione dell’area medica • Revisione del piano oncologico nazionale

Il Partito Democratico presenta un programma più articolato, discorsivo, non semplice da sintetizzare.

  • Le Case della Comunità, nucleo centrale della riforma sanitaria in corso prima della caduta del governo Draghi, sono riprese come modello i di prossimità e multidisciplinarietà. 
  • Piano straordinario per il personale, superando i tetti di spesa in vigore da più di 10 anni, riducendo il ricorso a personale non strutturato, rafforzando ed incentivando la presenza sul territorio dei Medici di Medicina generale e degli infermieri di comunità, garantendo il tempestivo rinnovo dei contratti di lavoro. Un Piano finanziato attraverso un adeguato incremento del Fondo Sanitario Nazionale, affinché nessuno si ritrovi solo quando ha bisogno di assistenza.
  • Piano straordinario per la salute mentale, per promuovere presa in carico e inclusione attraverso lo sviluppo di modelli organizzativi di prossimità, con Centri di Salute Mentale di piccola scala.
  • Riforma della non autosufficienza con incremento del finanziamento per l’offerta di interventi e servizi e riconoscimento e tutele ai caregiver.
  • Dimezzamento entro il 2027 dei tempi massimi delle liste di attesa con l’introduzione di incentivi-sanzioni e di mobilità tra strutture sanitarie. 
  • Completamento della transizione digitale già avviata valorizzando telemedicina e potenziare l’Assistenza territoriale per attuazione alla sfida della prossimità delle cure. 
  • Istituzione dello psicologo per le cure primarie
  • Sviluppo della farmacia dei servizi, come struttura di prossimità della rete territoriale in raccordo con le Case di Comunità e con la rete delle farmacie italiane.
  • Adeguamento del finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, allineandolo all’Europa e rafforzando la sua capacità di garantire il diritto alla salute in maniera più omogenea in tutte le Regioni.

Cinquestelle

  • Basta interferenze della politica nelle nomine dei dirigenti sanitari.
  • Riforma titolo v della Costituzione per riportare la salute alla gestione diretta dello Stato ed evitare le attuali disfunzioni dei 20 sistemi regionali, a maggior ragione emerse con la pandemia.
  • Potenziamento e accessibilità alle terapie innovative e avanzate.
  • Incentivi per i pronto soccorso.
  • Aumento delle retribuzioni per il personale sanitario.

Azione/Italia Viva

  • Ridefinire la disciplina di competenza di Stato e Regioni riconoscendo allo Stato funzioni di analisi di dati e bisogni, valutazione delle tecnologie sanitarie, indirizzo e coordinamento delle Regioni. Alle Regioni la funzione di erogazione e gestione dei servizi e di accreditamento. Nel caso in cui le Regioni non siano in grado di garantire l’erogazione dei LEA, lo Stato può intervenire. 
  • Riorganizzazione dell’assistenza territoriale in ottica di prevenzione e promozione della salute e di garanzia della continuità delle cure. Sono necessari investimenti sull’assistenza residenziale e domiciliare per la popolazione fragile, finalizzati ad abbattere diseguaglianze geografiche e sociali. 
  • Revisione della Medicina Generale, distinguendo le cronicità di base da quelle di carattere specialistico che saranno prese in carico dagli specialisti con il supporto della rete delle farmacie. 
  • Psicologo di Base e personale presente con un sistema di guardia notturna.
  • Mettere al centro i bisogni del paziente in un sistema integrato pubblico/privato che garantisca a tutti la stessa qualità di cura e un servizio pubblico efficace ed efficiente.
  • Prevenzione dalle dipendenze, disturbi alimentari, infortuni sul lavoro e rischi ambientali. 
  • Lotta all’antibioticoresistenza 
  • Istituzione di una “protezione civile sanitaria” formata da professionisti e volontari addestrati al contrasto alle pandemie. 
  • Aumento degli stipendi degli operatori sanitari degli ospedali, con particolare attenzione a quelli impegnati nei reparti di medicina d’urgenza e in quelli più soggetti a rischi di burnout.
  • Semplificazione delle procedure per il riconoscimento dei titoli di studio esteri per tutte le professioni sanitarie. 
  • Estensione della rete formativa e la revisione dell’iter per l’acquisizione delle specialità mediche e adozione di un contratto di formazione e lavoro che superi il meccanismo delle borse di studio. 
  • Liste d’attesa: ridurle entro un anno a 60 giorni per quelle programmate e a 30 per tutte le altre. Superati tali termini il paziente può recarsi in una struttura privata. 
  • Incrementare il fondo per le Malattie Rare, inserire nei LEA nuove malattie invalidanti e un nuovo sistema di LEA basato sui piani terapeutici personalizzati e non sul rigido meccanismo dell’elenco delle prestazioni riconosciute.

Per attuare questi progetti il SSN deve essere adeguatamente finanziato, in misura comunque non inferiore alla media del finanziamento dei Sistemi Sanitari dell’Unione Europea, e il  3% va destinato alla Ricerca.