Venerdì 11 novembre il giornalista e scrittore Michele Santoro sarà ospite a Mozzecane per la XXIII edizione di “Per continuare a non dimenticare”: rassegna dedicata alla storia e alle testimonianze della lotta contro la mafia e patrocinata, oltre che dal Comune, anche da Provincia di Verona e Regione Veneto. Ad intervistare Santoro saranno i giornalisti Dina Lauricella e Luigi Grimaldi. La serata con il celebre volto televisivo sarà la seconda e ultima delle due organizzate quest’anno in cui cade il trentennale delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.

Ospiti del primo evento, suggellato da un teatro “San Giovanni Bosco” gremito, sono stati Renato Cortese, dirigente generale della Polizia di Stato; Mirko Schio, presidente dell’associazione Fervicredo (Feriti e vittime della criminalità e del dovere); Monica Scifo, figlia e nipote di vittime di mafia; Annalisa Insardà, attrice e autrice di un monologo sulle Scorte.

E’ motivo di grande orgoglio vedere che il mio Comune prosegue in questa iniziativa e che la cittadinanza assiste sempre numerosissima agli incontri organizzati”, commenta Tomas Piccinini, già sindaco di Mozzecane e oggi consigliere regionale di Veneta Autonomia. “Ogni volta che ci ritroviamo a parlare di criminalità organizzata e abbiamo l’opportunità di ascoltare chi, in prima persona, l’ha conosciuta o combattuta abbiamo la conferma che contro questi fenomeni criminosi non possiamo mai abbassare la guardia e che non esiste tregua possibile e l’allerta deve sempre rimanere massima. Oggi la mafia uccide meno ma è più imprenditrice, si insinua nel tessuto economico sano devastandolo. Un modo diverso ma non meno pericoloso di controllare, attraverso l’economia, la vita delle persone.”.

Ecco perché”, sottolinea il consigliere, “sono più che convinto che iniziative come questa debbano essere fatte. Anche in questo risiede il compito delle amministrazioni pubbliche: promuovere occasioni di confronto e riflessione con testimonianze che servono da un lato a ricordare e mantenere viva la memoria di pagine di storia e di chi per queste ha perso la vita; e dall’altro”, conclude Piccinini, “a contribuire alla crescita di una coscienza collettiva attenta, pronta e disponibile a collaborare con le forze dell’ordine cui va il più sincero grazie da parte di ciascuno di noi per l’immane lavoro che svolgono quotidianamente”.