Gli ospedali di Verona e di Padova hanno uno status diverso da tutti gli altri essendo anche policlinici universitari. Non rientrano quindi nelle strutture sanitarie delle Ulss, ma sono aziende autonome.

Ieri l’Azienda Ospedaliere Universitaria integrata di Verona ha tenuto la conferenza stampa di fine anno per presentare i dati dell’attività 2022 e gli investimenti 2023. Presenti il direttore generale Callisto Bravi, il direttore sanitario Matilde Carlucci e il direttore amministrativo Vania Rado.

I dati del 2022 sono confrontati con il 2019, anno pre Covid. 

I ricoveri sono stati 28.966 contro 30.925 di due anni fa (-6,3%), mentre è aumentato il valore medio dei casi trattati: 4.755 nel 2022 contro 4.404 nel 2019 (+8%). Anche l’attività chirurgica nel 2022 è sostanzialmente in linea con quella pre Covid, con 36.422 interventi rispetto ai 37.908 del 2019. 

Invariata l’attività dei trapianti, tra i quali c’è un aumento di quelli di cuore (+ 31,6%) e fegato (+27%). 

Per il secondo anno consecutivo Verona ha il primato per attrattività extra regione per casistica di alta complessità, superando anche Padova.

Aumentate le prestazioni ambulatoriali: 4 milioni e con 187 mila visite in più segnano un incremento del 5% sul 2019.

Liste d’attesa: rispettano al 95% i tempi per le prestazioni di classe B (entro 10 giorni), al 90% per la classe D (entro 30 giorni) e al 93% per la classe P (90 giorni). Si tratta del controllo sulle prestazioni cosiddette ‘traccianti’, ovvero un elenco che contiene le più comuni attività ambulatoriali ospedaliere (prime visite specialistiche e esami radiologici). 

Si ricorda che l’Azienda ospedaliera di Verona è hub di riferimento regionale e pertanto si occupa delle esigenze sanitarie più complesse ed urgenti, con compiti differenti rispetto alla medicina territoriale.

Per il 2023 sono previsti investimenti per  56 milioni. Di questi 4 mln provengono dal PNRR per la ricerca biomedica. Verona è capofila di 4 progetti:  Psichiatria, diretta dalla prof.ssa Ruggeri per l’intervento contro l’isolamento sociale degli adolescenti; Unità Parkinson del prof. Michele Tinazzi per nuove strategie di riabilitazione nei pazienti con disturbi del movimento funzionale; Chirurgia Esofago e Stomaco del prof. Giovanni De Manzoni per l’uso di anticorpi innovativi nelle forme non curabili di cancro gastrico; Nefrologia diretta dal prof. Giovanni Gambaro per l’intelligenza artificiale nella ricerca delle malattie rare renali. L’Azienda Ospedaliera è capofila anche in altri 4 progetti di Bandi di Ricerca Finalizzata del Ministero della Salute per un totale di 1.785.00 euro. Due ricerche dei bandi per Giovani Ricercatori e due bandi ordinari.

Saranno investiti 3.279.131 per le installazioni di alta tecnologia: nella Radiologia di Borgo Roma una TAC a 128 strati e un sistema di angiografia; nella Radioterapia di Borgo Trento sarà attivata una TAC per la simulazione dei piani di trattamento e nella Radiologia sempre di Borgo Trento l’aggiornamento hardware e software di 3 Risonanze Magnetiche.

L’anno prossimo è previsto l’adeguamento antisismico del Monoblocco dell’ospedale di Borgo Roma. I lavori, che procederanno senza intralciare le attività sanitarie, con un investimento statale e regionale di 37.000.000 di euro. Dal Bando “Arcuri” (D.L. 34/2020) sono stati stanziati 10.000.000 euro per la realizzazione dell’area Terapia Intensiva e Semintensiva sia di Borgo Trento sia di Borgo Roma.

Il direttore generale dell’ Aoui Callisto Bravi ha osservato: “Abbiamo raffrontato i dati della gestione di quest’anno con il 2019. I numeri dimostrano che l’attività ospedaliera, sia nei ricoveri sia negli interventi, è sostanzialmente in linea con l’andamento pre Covid. Due sono però le diversità nel dopo Covid: l’aumento del valore medio delle attività e l’aumento della degenza media. Nel primo caso significa che ci sono più casi di maggiore complessità medica, l’allungamento della permanenza si riscontra soprattutto nel dipartimento Medico Generale con le Geriatrie e la Medicina, anche per la difficoltà ad accogliere pazienti da parte delle strutture territoriali a loro volta ridimensionate dalla pandemia. Non hanno invece subito variazioni l’attività trapiantologica e l’attrattività extra regione. A questo proposito, ricordo che per il secondo anno consecutivo la valutazione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa assegna alla nostra Azienda il primo posto in Italia per attrattività nelle discipline di alta complessità, con il 24,7% siamo superiori anche a Padova. In due anni – ha concluso il dierttore generale- abbiamo aumentato significativamente anche il personale, con 116 medici e 329 infermieri in più. Per Verona, grazie anche alle 44 Scuole di Specialità non è così difficile trovare personale medico”.