(aggiornamento ore 14.04) Acque Veronesi – qui il nostro video – si conferma estremamente efficace nel mettere mano alle risorse del PNRR per sviluppare un piano di investimenti extra-tariffe (non a carico, quindi, degli 800mila utenti veronesi): ai primi 23 milioni arrivati per la dorsale Belfiore-Verona Est, in questi giorni si sono aggiunti altri 7 milioni destinati ad un nuovo impianto di essicazione dei fanghi derivanti dal processo di depurazione delle acque nere di Verona. Un primo step di un piano più articolato che si espanderà anche nei centri di depurazione di San Giovanni Lupatoto, Sommacampagna e Legnago (più piccoli, hanno un potenziale di 3mila tonnellate l’anno: un piano che verrà messo a terra man mano che la public utility guidata da Roberto Mantovanelli (nella foto, a sinistra, col direttore Silvio Peroni) attingerà a ulteriori bandi del PNRR o ad altri fondi che verranno resi disponibili.

L’impianto di Verona ha un costo complessivo di 9 milioni di euro ed ha l’obiettivo di ridurre drasticamente la quantità di fanghi portati a smaltimento: la nostra città ne produce ogni anno qualcosa come 15mila tonnellate il cui costo di smaltimento ammonta a 150€/tonnellata. Una bolletta di oltre 2,2 milioni di € ogni anno cui vanno aggiunti i costi di trasporto. Alla fine della realizzazione del nuovo essicatoio, in discarica finiranno 4/5mila tonnellate con un immediato risparmio di un milione e mezzo di euro l’anno. Il beneficio economico sarà ancora più evidente negli altri impianti di depurazione in provincia che registrano la presenza di metalli pesanti nei fanghi con un costo di smaltimento che lievita anche a 250 €/tonnellata. Ma i benefici saranno elevati soprattutto per l’ambiente con l’abbattimento della CO2 dovuta ai trasporti, all’ottimizzazione del recupero dell’acqua – bene sempre più prezioso – ed all’utilizzo del suolo.

I lavori al depuratore di Verona verranno messi a gara ed affidati entro la fine del 2023 e dovranno essere completati entro il primo semestre del 2026.

Per Acque Veronesi – una macchina con oltre 320 dipendenti – la conferma di una capacità tecnica che serve quasi l’intera popolazione della provincia veronese ed è impegnata in una fase di massicci investimenti che hanno attinto ai fondi Vaia ( per 11 milioni€) con la realizzazione di interventi in grado di far reggere a Verona le bombe d’acqua; le opere legate alla gestione dell’emergenza Pifas ed oggi anche quelli per rendere disponibile l’acqua potabile anche nei periodo di estrema siccità come avvenuto quest’anno. Tradotto in cifre, quest’anno sono stati confermati investimenti per ben 20 milioni € (la stessa aliquota degli ultimi anni) nonostante i 20 milioni di bollette energetiche (l’incremento è stato del 100% sul 2021): un incremento che non è stato scaricato sugli utenti, ma gestito internamente grazie alla solidità dei bilanci che anche quest’anno registrerà una chiusura in positivo. Conclude Mantovanelli: «Manca ancora l’ultimo passaggio, ma abbiamo forti speranze per un finanziamento di circa un milione di euro per il potenziamento del depuratore di Bussolengo e siamo ancora in corsa per una grossa progettualità che vale oltre 30 milioni di euro, finanziabile per 22, che riguarda la distrettualizzazione e la digitalizzazione di circa un terzo della rete acquedotto (1700 km su 6000 totali). Un intervento che permetterebbe un notevole passo avanti in fatto di efficienza del servizio e di riduzione delle perdite idriche».