(di Stefano Cucco) “L’Italia è un Paese idrogeologicamente fragile, ma bellissimo; per questo ha bisogno di una costante manutenzione, dalla montagna alle coste, per continuare ad avere, nello scenario climatico futuro e nel contesto competitivo globale, un ruolo da protagonista: sicurezza idrogeologica ed ottimizzazione della gestione idrica sono asset indispensabili per lo sviluppo del Paese”: a ribadirlo è il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi, all’indomani dell’annuale Assemblea dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, svoltasi a Roma, presenti, tra gli altri, i Ministri, Gilberto Pichetto Fratin  e Francesco Lollobrigida, oltre a centinaia di rappresentanti degli enti di bonifica ed irrigazione italiani.

Particolarmente significativo è stato il messaggio inviato dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani che, impedito ad essere presente dalla contingenza internazionale, ha scelto l’Assemblea ANBI per annunciare la candidatura di Roma a sede del Forum Mondiale dell’Acqua 2027.

Nei due giorni di confronto con il mondo della politica, dell’economia e della ricerca,  ANBI ha riproposto, per le proprie competenze, le azioni da realizzare prioritariamente per la migliore  gestione della risorsa idrica nel tempo dei cambiamenti climatici. Forte è stato il richiamo alla necessità di Piano straordinario 2023-2030 per la realizzazione di nuovi invasi sostenibili e multifunzionali, il cosiddetto Piano Laghetti per lo stoccaggio d’acqua da utilizzare nel momento del bisogno (attualmente l’89% dei 300 miliardi di metri cubi annuali di pioggia va perduto in mare…).

Il Piano, da finanziare con un fondo pluriennale adeguato, dispone attualmente di un pacchetto di 389 progetti, redatti dai Consorzi di bonifica e perlopiù immediatamente cantierabili. Tali interventi determinerebbero effetti positivi sia sulla produzione agroalimentare del Paese (nel 2022, un valore di circa 580 miliardi di euro con circa 61 miliardi di euro di export), sia importanti benefici ecosistemici sull’ambiente naturale; inoltre, importante sarebbe la ricaduta positiva sull’occupazione con l’attivazione di oltre 24.000 nuovi posti di lavoro. E’, inoltre, necessario addivenire ad un progressivo ampliamento ed efficientamento della superficie agricola, attrezzata con impianti irrigui collettivi (attualmente 3,5 milioni di ettari), attraverso soluzioni innovative per l’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica (digitalizzazione, monitoraggio, gestione automatizzata e telecontrollata delle reti di adduzione e distribuzione, avanzati servizi climatici per un uso razionale ed efficiente della risorsa idrica).

Il marchio registrato di certificazione GocciaVerde, attestante l’uso sostenibile della risorsa idrica nel processo produttivo della filiera agroalimentare e la piattaforma telematica di consiglio irriguo Irriframe sono testimonianza della capacità di innovazione dei Consorzi di bonifica ed irrigazione.

Serve, poi, un Piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico: dal  consolidamento e sistemazione degli argini alla sistemazione degli alvei; dalla realizzazione di barriere contro la risalita del cuneo salino alle foci fluviali al  potenziamento delle idrovore. È urgente rimuovere le limitazioni alla capacità di invaso dei bacini esistenti, oggi ridotta del 10% per il sedime accumulato sui fondali.

Il Piano ANBI, a disposizione del Paese, prevede oltre 850 interventi per un investimento di oltre 4 miliardi di euro, capaci di sviluppare occupazione per circa 21.000 posti di lavoro.  Infine, bisogna consentire un maggiore utilizzo, in agricoltura, delle acque reflue depurate. Attualmente in Italia vengono dispersi circa 9 miliardi di metri cubi all’anno d’acqua rigenerata da impianti di depurazione e che potrebbe essere impiegata a scopo irriguo, se in grado di garantire la tutela della qualità e la salubrità delle produzioni agricole.

“Questo”, conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, “è il concreto contributo dei Consorzi di bonifica ad una visione di futuro, che abbia al centro il territorio e lo sviluppo delle comunità, che lo abitano. Siamo onorati di metterlo a disposizione del Paese e di averlo condiviso nei due giorni di Assemblea, con qualificati rappresentanti dei soggetti decisori e della società civile.”