Si calcola che solo in Veneto mancano 748 medici di famiglia, 35 pediatri di libera scelta, 635 nella Guardia Medica e 59 dell’emergenza. In tutto 1513 medici

748 caselle di medici di base vuote e 35 di pediatri di libera scelta, considerato che il massimale per ciascun medico è di 1.800 assistiti, calcolando che a causa della carenza di camici bianchi quasi tutti medici disponibili sono ‘pieni’, gli utenti del Ssn che rimangono senza medico di famiglia sono un milione e 400 mila su una popolazione totale di 5 milioni. Più di 1 abitante su 5

Una cifra spaventosa che basta da sola a mettere in discussione tutto il sistema. Se poi la accompagniamo con le 635 caselle vuote nella medicina territoriale, le 59 nell’emergenza e, dulcis in fundo, con la mancanza del personale ospedaliero, sia medico che infermieristico, che non è meno importante, il quadro diventa addirittura drammatico. 

Nè si vede una luce in fondo al tunnel sanitario, in quanto c’è la certezza di un esodo sempre maggiore dal Ssn. Sono in procinto di andare in pensione molti medici che hanno raggiunto il limite d’età dei 70 anni. Tanti sarebbero disposti a restare, ma la legge glielo impedisce. Ed anche nel decreto Mileproroghe in discussione in questi giorni in Parlamento non è passata la possibilità di pensionamento a 72 anni che sarebbe servita a tamponare il vuoto di camici bianchi. 

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A questo s’aggiunge l’esodo dei medici che fuggono dagli ospedali per cercare retribuzioni più adeguate, condizioni di lavoro migliori e prospettive di carriera. 

A ciò s’aggiunga l’immobilismo del governo che affronta questo problema enorme senza investire risorse adeguate sulla sanità, senza abolire il numero chiuso a Medicina, senza permettere ai medici di esercitare oltre i 70 anni, senza liberalizzare i rapporti di lavoro e senza porre mano ad una riforma complessiva che adegui il sistema alle sitate condizioni del paese.  

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Nel frattempo la gente s’arrangia. D’altra parte gli italiani non sono famosi proprio per l’arte di arrangiarsi? 

Così se i cittadini per avere diagnosi e terapie devono rivolgersi al privato, mettendo mano al portafoglio. Ma quelli che il portafoglio ce l’hanno vuoto non possono. Ed è questo lo scandalo.

Perfino gli ospedali pubblici sono costretti a ricorrere ai medici liberi professionisti per coprire i buchi dell’organico. E’il fenomeno dei ‘gettonisti’. Che viene tanto criticato, ma che è la conseguenza dell’inefficienza della sanità pubblica che, se funzionasse, non avrebbe bisogno di ricorrere a dei professionisti che privatamente svolgono i compiti degli ospedalieri che non ci sono. E giustamente non lo fanno gratis. 

E siccome è fatale che dove c’è un vuoto qualcuno lo riempia, ecco che il vuoto lasciato dai 748 medici di famiglia e dai 35 pediatri di libera scelta sta per essere riempito dal Family doc, una nuova figura che può essere definita come il ‘medico di famiglia a pagamento’. Così se un cittadino che paga le tasse, ma è rimasto senza il suo medico di base, può andare dal Family doc per farsi fare una visita, per avere una prescrizione, una ricetta, un consiglio o esser indirizzato in un percorso diagnostico o terapeutico. Ovviamente pagando qualcosa, perché, si sa, nessuno lavora per la gloria ed è sacrosanto che il lavoro sia retribuito.

Quello che non è giusto ed è miope è che i sindacati medici, sia degli ospedalieri sia dei medici di medicina generale, se la prendano con questi loro colleghi che, piaccia o non piaccia, svolgono un ruolo di supplenza alle carenze del sistema. Se la dovrebbero prendere con chi gestisce la sanità e non ha ancora capito la gravità della situazione e continua a tergiversare incapace di prendere una decisone risolutiva. 

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