I prestiti bancari alle imprese al netto delle sofferenze, in Italia nell’ultimo anno sono diminuiti del 4,7%. Cioè le imprese hanno ricevuto 32,2 miliardi di euro in meno dagli istituti di credito sotto forma di presiti.

Il calo è più consistente a Nordest, dove le imprese non hanno potuto accedere ai crediti per 14 miliardi, pari al 7,4%. Nella provincia di Verona addirittura per l’11% per un valore di 1.761,1 milioni di euro. Nel Veneto per il 7,2%.

Contribuisce al calo dei crediti, la minor domanda da parte delle aziende, il costo del denaro alto e il calo degli investimenti per i macchinari 

In attesa delle agevolazioni previste dalla nuova transizione 5.0-.

Meno prestiti, più infiltrazioni mafiose

La Cgia di Mestre, che ha rilevato questi dati, mette in guardia sulle conseguenze che può avere questo trend, favorendo l’entrata nell’economia reale di capitali provenienti dai profitti illeciti delle organizzazioni mafiose, le uniche in grado di “aiutare” con liquidità chi è in sofferenza.  

Fenomeno preoccupante che, ormai, non riguarda più solo il Sud da 25 anni. E’ così che la mafia si inserisce nella società e non ha più bisogno nemmeno della violenza per conquistare spazi nell’economia e nella politica.

I settori più a rischio sono la ristorazione, l’intrattenimento il gioco d’azzardo , l’edilizia e quei comparti meno innovativi che non richiedono competenze specialistiche.

Il Sud, Roma, Latina, Genova, Imperia e Ravenna sono le aree più a rischio infiltrazioni, ma in misura minore anche le provincie di Torino, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Varese, Milano, Lodi, Brescia, Savona, La Spezia, Bologna, Ferrara, Rimini, Pistoia, Prato, Firenze, Livorno, Arezzo, Viterbo, Ancona e Macerata. 

Meno investite da questo fenomeno sarebbero, invece, le province del Triveneto (con leggeri segnali in controtendenza a Venezia, Padova, Trento e, in particolar modo, Trieste.

A livello regionale sono le realtà del Triveneto quelle più interessate dalla contrazione dei prestiti. Il Trentino Alto Adige ha subito una diminuzione del 10,4% (-3 miliardi), il Friuli Venezia Giulia del -10,3% (-1,6 miliard), la Valle d’Aosta del -8,7%(-155 milioni), le Marche del -7,6% (-1,2 miliardi) e il Veneto del -7,2% (-5,1 miliardi)