Il calco femminile è oggi una realtà che non “sconvolge” più nessuno e, anzi, attira fans anche in ambito maschile. E’ così in Italia, negli Stati Uniti, in tutti i Paesi con forte tradizione calcistica. Anzi, l’accesso delle ragazze allo sport è uno dei “metri” coi quali – tutti noi – misuriamo il tasso di democrazia e di apertura di una società. E noi tutti ricordiamo l’impegno per salvare le giocatrici di calcio afghane minacciate di morte dai talebani o, in questi giorni, lo sforzo per salvare dalla guerra in Ucraina e far giocare a Villafranca nell’Alpo una giovane cestista ucraina.

Ma non è stato sempre così, anzi. La prima squadra di calcio femminile in Italia venne fatta chiudere dal regime fascista nel ventennio. La sua storia è diventata un bellissimo libro: “Le Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce“, esito da Solferino, di Federica Seneghini, giornalista del Corriere della Sera, che è stato presentato sabato scorso in Biblioteca Comunale.

« La presentazione di questo libro – spiega l’assessore Claudia Barbera – ha consentito di coniugare sport e ari opportunità. La narrazione del coraggio e della determinazione di queste giovani donne che nel lontano 1933 vollero veder riconosciuto dal regime il loro diritto a praticare l’attività calcistica, ha consentito di fare una carrellata sino ai giorni nostri su problematiche, stereotipi, pregiudizi ancora irrisolti. Come ribadito anche dalle atlete Alessia Pecchini e Francesca Salaorni, grandi passi avanti sono stati fatti, ma ne rimangono altrettanti da fare, lavorando sulla sensibilità delle persone, in particolare verso i giovani. E’ stato bello aver dunque visto la sala gremita, in quanto l’auspicio è che questi eventi contribuiscano a sensibilizzare le coscienze delle persone favorendo una sempre maggiore presa di coscienza sulla parificazione dei sessi».

Il pubblico in Biblioteca alla presentazione del libro