La ripresa di una compiuta attività fisica – dopo lunghi periodi di lockdown o a seguito a problemi ortopedici o chirurgici – può comportare la comparsa di dolori che possono limitare l’autonomia delle persone. Abbiamo posto alcune domande sul perché sia importante fare allora una visita fisiatrica a Carla Fontana — medico chirurgo specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione, specialista in Ossigeno Ozono Terapia che si occupa, in equipe, del servizio fisiatria al CEMS — sia per prevenire l’insorgere di problemi che per recuperare funzioni e abilità ridotte a causa di patologie.

Qual è il ruolo del medico specialista fisiatra?

«Il medico fisiatra è lo specialista in medicina fisica e riabilitativa. Si occupa – spiega la dottoressa Fontana – della diagnosi e del trattamento delle disabilità causate da patologie neurologiche, muscoloscheletriche, vascolari, ortopediche e post traumatiche, con particolare interesse anche per campi quali cardiologia, pneumologia, uro-ginecologia e problematiche funzionali. Il fisiatra mira al massimo recupero delle funzioni e delle abilità che concorrono — in qualunque fase d’età — a determinare l’autonomia e la partecipazione della persona nell’ambiente familiare, lavorativo e sociale».

Si può parlare di approccio olistico e di lavoro in team?

«Sì, la fisiatria ha un approccio olistico allo condizione patologica, acuta o cronica, del paziente. Questo significa che la visita fisiatrica indaga la persona nel suo insieme, non limitandosi al singolo distretto corporeo sintomatico. Stabilita la diagnosi, il medico specialista fisiatra disegna e coordina il progetto riabilitativo individuale con indicazione alla rieducazione , terapia fisica  e/o farmacologica ( orale o infiltrativa). Nel farlo, si avvale della collaborazione del fisioterapista per il trattamento riabilitativo o, se il problema riscontrato riguarda la sfera chirurgica, all’ortopedico o ancora, al collega reumatologo o algologo per il trattamento del dolore. Lavora perciò in team interdisciplinare con l’obiettivo di recuperare le funzioni e abilità della persona».

Come si svolge la visita fisiatrica?

«La visita fisiatrica si compone della valutazione della deambulazione, della valutazione in statica della postura; della valutazione in dinamica della colonna e, infine, di test ortopedici e neurologici. Al Cems – sottolinea Carla Fontana – in base alla gravità della patologia riscontrata, abbiamo la possibilità di inviare il paziente all’ortopedico con la specializzazione più indicata alla risoluzione del suo problema, all’anestesista algologo, al reumatologo, al chirurgo vascolare, al neurologo e fisioterapista. Svolgendo, quando necessario e in tempi immediati, gli esami strumentali utili (RX , ecografia e  risonanza magnetica). Il rapporto è perciò diretto, il paziente riceve un servizio di qualità, con la comodità di restare sempre all’interno della stessa struttura medica sino alla conclusione del percorso riabilitativo».

Perché ha senso una visita fisiatrica in questo periodo, al termine della lunga emergenza Covid-19?

«Pensiamo a sindromi dolorose comparse alla ripresa dell’attività sportiva, per adulti e bambini, dopo un lungo periodo di inattività determinato da lockdown e chiusura di palestre e centri sportivi; o, ancora, alle numerose problematiche che insorgono a causa del cambiamento della postura dovuto allo smart working — ma anche all’educazione scolastica a distanza — senza una postazione di lavoro adeguata. Al Cems stiamo visitando moltissimi pazienti con rachialgie posturali, da sovraccarico e patologia articolare da scorretto allenamento».

Un consiglio ai pazienti?

«Vogliatevi bene: non attendente che il dolore cronicizzi o che l’autonomia si riduca prima di rivolgervi ad uno specialista. La prevenzione – sottolinea la dottoressa Carla Fontana – nel lungo periodo, ripaga sempre in salute. Affrontare una patologia allo stadio iniziale richiede minor impegno temporale ed economico sia per il paziente che per le figure sanitarie che prendono in carico la persona. La visita fisiatrica è fondamentale per prevenire l’insorgere di problemi attraverso la valutazione di deficit o schemi corporei errati. Questo consente ad esempio di correggere disequilibri posturali che, nel tempo, potrebbero evolvere in disfunzioni».