“Se non cambiano le cose, Villafranca insieme non potranno coesistere e uno dovrà essere sacrificato”. Lo dice il vicepresidente regionale del Pd Franco Bonfante illustrando al Cantiere delle Idee le nuove schede ospedaliere che ancora però non sono ufficiali. “Le schede saranno proposte subito dopo elezioni. La preoccupazione è che emergeranno chiusure e soppressioni di ospedali (Isola, Zevio), fatto morire lentamente Malcesine, soppressi i posti letto a Caprino. Rimangono Bussolengo e Villafranca. L’unico polo a due gambe nel Veneto, ce ne sono 5, dove non si distingue cosa andrà nei due nosocomi. O si vuole occultare la verità o non sanno ancora cosa fare. Entrambe ipotesi preoccupanti. Assieme avranno solo 225 posti letto. I primariati dell’Ulss 22 da 25 diventano 12. Quelli attuali effettivi sono 19. C’è accorpamento di settori, perdita di anatomia patologica che va sotto l’azienda ospedaliera. ecc. Sono preoccupato per Villafranca perché Canini disse che era costruito modulare e dentro si poteva fare di tutto a lavori finiti, tipo un albergo o una discoteca. Sono preoccupato anche per Bussolengo perché è impensabile fare due ospedaletti e quindi si dovranno fare delle scelte e uno dovrà essere tagliato”. Bonfante indica la “sua“ via d’uscita: “Ci sono le condizioni per ragionare di medicina in termini moderni e attenti alla gente. Un’ulss per esser efficiente deve essere vicina ai 300 mila abitanti. Le troppo grandi disperdono risorse e quelle troppo piccole non sopravvivono. Quindi almeno 250 mila. A Verona ci sono tre Ulss più l’azienda integrata. Riduciamole a due, una a Nord e una a Sud. Quella di Legnago è sotto i 150 mila ed è destinata a morire, non può sopravvivere. Verona ha 900 mila abitanti e quindi la divisione sarebbe corretta. Nel Sud Villafranca, a Nord Bussolengo dove sono stati chiusi gli altri ospedali pubblici. Serve un presidio pubblico vicino al Lago senza delegare tutto ai privati. Se resta così uno dei due chiuderà, probabilmente quando Villafranca sarà a posto”. Il candidato sindaco Paolo Martari aggiunge: “Il tema è il contenuto del Magalini, capire definitivamente la volontà della Regione. Abbiamo bisogno di tante cose, ma soprattutto che nel momento dell’urgenza, l’ospedale di Villafranca abbia la struttura per salvare la vita. La seconda aspettativa è che tornino a nascere bambini a Villafranca. La nostra posizione è coerente. Che non emerga in nessun modo una volontà diversa dalla realizzazione e completamento dell’ospedale con le funzioni di eccellenza. E’ una denuncia ma anche grande senso di concretezza e praticità. Non è la solita polemica sterile. Con la nostra soluzione si rafforza Villafranca”. All’incontro hanno partecipato anche il consigliere regionale Roberto Fasoli, che ha posto l’accento sulla necessità delle schede territoriali oltre a quelle ospedaliere per non abbandonare al suo destino chi viene dimesso, Rossella Serra, infermiera all’ospedale, che ha sottolineato come Il Magalini potenziato offrirà altri posti di lavoro e porterà un indotto per la città, e il segretario locale Pd Paolo Tovo.