Flat tax? più risorse nelle tasche delle famiglie? meno tasse per le imprese? la riforma delle pensioni? saranno belle iniziative, ma non cambieranno il quadro congiunturale del Paese e non incentiveranno la ripresa. Per questa servono invece tre cose: far partire il PNRR, combattere seriamente l’inflazione e cercare di attivare velocemente nuovi approvvigionamenti di gas così da spezzare definitivamente le catene coi mercanti di Amsterdam e i pozzi di Vladimir Putin. Il Rapporto Coop 2023 – cui partecipa il nostro giornale – fotografa un atteggiamento dei decision maker delle imprese italiane molto pragmatico, teso a concentrare le risorse lì dove possono produrre risultati immediati. Combattere l’inflazione – intervenendo ad esempio sulle accise sui carburanti – avrebbe effetti più positivi e duraturi per le famiglie italiane che non agire operando sulla riduzione delle tasse o alimentando il ricco giro dei bonus.
I 700 manager del panel della Coop prevedono comunque per il 2023 una crescita del PIL dello 0.3% a fronte di un tasso di inflazione al 6.1% ed alla riduzione dell’1.1% dei consumi delle famiglie. Per un manager su tre il picco dell’inflazione non è stato ancora raggiunto e si registreranno riduzioni importanti soltanto nella seconda parte dell’anno.
Il 18% del campione prevede un miglioramento della situazione economica generale a fronte di un 38% di pessimisti che immaginano invece un peggioramento.
Le percentuali cambiano un po’ se si considerano aspetti più specifici: la redditività crescerà per il 40% del panel; il costo del lavoro migliorerà o sarà stabile per il 62%; l’occupazione crescerà per il 64% del campione; gli investimenti diretti cresceranno del 61%; il fatturato crescerà per il 66% del panel; la sostenibilità ambientale per l’82% del campione e quella sociale per il 76%.
Questo sul versante prettamente economico. E le famiglie? il Rapporto COOP 2023 offre importanti valutazioni: sopravvissuti al Covid, oramai assuefatti ai bollettini di guerra, soprattutto quotidianamente alle prese con il carovita, gli italiani si affacciano sul nuovo anno con una inattesa forte tempra emotiva. Uno stato d’animo fatto certamente di timore (33%) e inquietudine (22%), ma soprattutto di fiducia (39%) e aspettativa (38%) per il nuovo anno. A conti fatti, nonostante un 2022 vissuto pericolosamente, gli italiani manifestano una imperturbabile accettazione della realtà (28%) e una sorprendente serenità interiore (34%).
A questo risultato giungono le due survey dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre 2022; la prima “L’anno che verrà” su un campione rappresentativo della popolazione italiana in collaborazione con Nomisma e la seconda “Planning 2023 and Beyond” sulla community di esperti del sito italiani.coop*. Così, in questa inattesa propensione zen, il 26% del primo campione malgrado tutto continua ad associare all’anno appena iniziato la parola “speranza” e rispetto ad appena quattro mesi fa (la precedente survey è di agosto 2022) non può non stupire come la “fiducia” sia salita di 12 punti percentuali e di converso scendano sentimenti più cupi come l’”irritazione” o la “rabbia” (rispettivamente calati di 12 e 6 punti percentuali).
D’altro canto, è innegabile che gli ultimi anni (ed in particolare gli ultimi mesi di crescita dei prezzi) abbiano lasciato ferite profonde nel corpo sociale del Paese. Il 18% delle famiglie dichiara nel 2022 di aver fatto fronte a un permanente disagio alimentare (circa 9 milioni) e 1 italiano su 4 teme la vera povertà per il 2023 (non avere soldi per cibo, trasporto, abiti, scuola). E sono soprattutto gli imprevisti a mettere a repentaglio questa fragile armonia; il 66% del campione non saprebbe come far fronte a una spesa improvvisa e non rimandabile di 850 euro. Non stupisce allora che il 70% degli intervistati se disponesse all’improvviso di 10 mila euro, non esiterebbe a dirottarli subito nel salvadanaio A giocare un ruolo decisivo, vero argine alle difficoltà del presente, sono ancora una volta gli affetti e la vita familiare (tra i buoni propositi per il nuovo anno il 56% indica di voler trascorrere più tempo in famiglia e il 20% vorrebbe mettere al mondo un figlio), La strategia più comune risulta alla fine quella di adottare un lento lifestyle che permette di concentrarsi sulle cose più vicine, come la cura di se stessi (tra le prime voci in crescita del 2023 con un 29% che farà più di prima visite di prevenzione e controllo), il ritorno tra i fornelli (29%), la fuga dal fast food (il 15% lo farà di meno o smetterà).