Per annunciare il concerto d’arpa “𝐒𝐮𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐂𝐨𝐥𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐀𝐫𝐩𝐚”  di Chiara Iserpato che si terrà nella sala consigliare sabato 4 marzo alle ore 21, il comune di Sona ha scelto una formula originale: raccontare una favola. Eccola. 

“Chi di voi conosce la favola taoista dell’Arpa Domata?” Scrive sulla sua pagina Facebook il Comune di Sona. No? Eccola:

“Nel burrone di Lung Men  tanto tempo fa c’era un albero ‘kiri’, il vero re della foresta. Era così alto che poteva parlare con le stelle e le sue radici scendevano così in profondità nella terra da intrecciare le loro spire di bronzo con quelle del drago d’argento che dormiva nei reami del sottosuolo.

Un potente mago costruì con il legno di quest’albero una meravigliosa arpa, il cui spirito non poteva essere domato nemmeno dal più grande dei musicisti. Per molto tempo fu custodita insieme ai tesori dell’imperatore della Cina, e i numerosi tentativi di coloro che cercarono di trarre melodie dalle sue corde risultarono vani. Dall’arpa non uscivano che stridule note di disprezzo. Arrivò infine Po Ya, il più bravo di tutti gli arpisti.

Accarezzò l’arpa con la mano leggera, con lo stesso gesto con cui si accarezza un cavallo selvaggio, e prese a pizzicare delicatamente le sue corde. Po Ya cantò la natura e le stagioni e tutti i ricordi dell’albero si risvegliarono. […]

Incantato l’Imperatore volle conoscere il segreto che permise a Po Ya di avere ragione della resistenza dell’arpa.

‘Maestà’ rispose ‘coloro che mi hanno preceduto hanno fallito perché non cantavano che loro stessi. Io ho lasciato che l’arpa scegliesse da sola la sua sinfonia, e non sapevo bene se l’arpa fosse Po Ya o Po Ya fosse l’arpa.’

Questa favola ci ricorda quanto sia misterioso il senso dell’arte. Un capolavoro è una sinfonia eseguita dai nostri più raffinati sentimenti. Lo spirito parla allo spirito; il capolavoro è dentro di noi e noi siamo il capolavoro”.