Un malato di tumore spende in media 1.841 euro all’anno per curarsi. E’ il costo delle visite, degli esami diagnostici, delle terapie, dei supporti psicologici e nutrizionali che si deve pagare di tasca propria. E, se deve recarsi in altre città, per spese di trasporto e soggiorno.
E’ il calcolo fatto da Datamining, con l’Istituto Tumori di Milano e Napoli, con l’Associazione Italiana Malati di Cancro e le Associazioni di Volontariato in Oncologia

E’ un’altra conferma che il Ssn non riesce più a far fronte alle esigenze di salute dei cittadini. E questa carenza si manifesta in modo particolarmente tragico per chi ha un tumore e non può aspettare le liste d’attesa perché ogni giorno è prezioso e la tempestività delle cure è determinante per la prognosi e per la durata della vita.
La lunghezza delle liste d’attesa, che già costringe molti utenti del Ssn a rivolgersi al privato a pagamento, è particolarmente grave nei pazienti oncologici che lottano contro il tempo. Si sa che per battere il cancro il tempo è una coordinata fondamentale. Prima si fa la diagnosi e prima si iniziano le terapie, più probabile è il successo e più lunga l’aspettativa di vita. Di conseguenza se le liste d’attesa per accedervi è lunga, è normale che uno cerchi la scorciatoia rivolgendosi al privato. Pagando. Chi può. E chi non può? Deve aspettare. E questo è inaccettabile. Ed è qui che casca l’asino. E’ qui che sorgono i problemi etici ed anche quelli politici. Ed è alla politica che spetta il compito di risolverli. La bacchetta magica non ce l’ha nessuno. Neanche la fatina Giorgia. Ma se miracoli non se ne possono fare, almeno una soluzione accettabile bisogna cercarla. L’unica cosa da evitare è lasciar stare tutto com’è e  mettere la testa sotto la sabbia. Che è quello che sta accadendo.