Nei primi cinque mesi del 2023 il mercato del lavoro veneto ha fatto registrare un incremento di 64.400 posti di lavoro dipendente, di cui circa 20.700 nell’ultimo mese. Si tratta del miglior risultato degli ultimi cinque anni per il periodo gennaio-maggio. Anche la domanda di lavoro risulta la più sostenuta dal 2019 ad oggi, con 281.400 assunzioni complessive, in crescita del +2% rispetto all’analogo periodo del 2022. Lieve rallentamento nel mese di maggio (-5%), ma va considerato il confronto con un periodo, il mese di maggio 2022, in cui il sistema economico e del lavoro regionale registrava risultati particolarmente positivi.

Il rafforzamento della domanda di lavoro è più marcato per gli stranieri (+8%), che a maggio sono l’unica componente del mercato del lavoro a registrare una situazione di stabilità a fronte della generale flessione delle assunzioni rispetto allo stesso mese del 2022. In crescita anche le assunzioni di giovani (+5%) e dei lavoratori più maturi (+7%).

Prosegue la crescita dei contratti a tempo indeterminato, 22.100 in più dall’inizio dell’anno e 3.500 in più nel solo mese di maggio, grazie anche all’aumento delle trasformazioni di contratti a termine (+12% da gennaio e +6% a maggio). Crescono anche le assunzioni con contratto part-time (+6%).

La crescita dei posti di lavoro si concentra nei primi cinque mesi dell’anno nelle province di Venezia (+30.400 posizioni lavorative, di cui +11.700 nel solo mese di maggio) e Verona (+19.700 posti nel 2023 e +4.400 nell’ultimo mese). Saldi comunque positivi, ma più contenuti, si registrano nelle altre province: +5.700 a Padova, +4.000 a Treviso, +3.800 a Vicenza e +3.000 a Rovigo. L’unica eccezione è rappresentata da Belluno che presenta un saldo negativo per -2.200 posti di lavoro, anche se nel mese di maggio registra un lieve recupero di 800 posizioni lavorative. Rispetto al 2022 le assunzioni sono in crescita a Venezia (+12%) e Verona (+4%), ma in diminuzione in tutte le altre province. Nel mese di maggio, a fronte di saldi positivi in linea con quelli dello scorso anno, si registra una leggera flessione dei reclutamenti in tutte le province.

A livello settoriale, le assunzioni risultano in crescita nei servizi (+6%), stabili in agricoltura (+1%) e in calo nell’industria (-6%). A fare da traino continua a essere il comparto del turismo commercio (+12%), mentre andamenti particolarmente negativi si registrano nei comparti industriali della chimica e della plastica (-20%) e in quello della produzione di macchine elettriche (-20%). Saldi positivi nel settore agricolo e nei principali ambiti del terziario, a conferma di un nuovo rafforzamento dei ritmi di crescita già osservati nei mesi precedenti. Un lieve rallentamento anche riguardo alla crescita dei posti di lavoro si registra invece nel settore industriale.

Gli ingressi in stato di disoccupazione nei primi cinque mesi dell’anno sono stati complessivamente 46.600. I disoccupati veri e propri, provenienti da precedenti contratti di lavoro, risultano in aumento del +4% rispetto al 2022, mentre gli inoccupati, privi di precedenti esperienze lavorative, sono in calo del 14%. Per questi ultimi prosegue quindi il trend iniziato durante la pandemia, che si riflette anche nella diminuzione dei giovani che si rivolgono ai servizi per l’impiego alla ricerca di un lavoro.

Coerentemente con le dinamiche stagionali che contraddistinguono il mercato del lavoro regionale, i disoccupati risultano in leggera flessione nelle province di Venezia e Verona, mentre aumentano in quelle di Treviso, Vicenza e Belluno.