E’ vero e proprio boom per il Grillo, vitigno autoctono siciliano che, anno dopo anno, si afferma sempre di più come ambasciatore dell’intero territorio: sono circa 8.500 gli ettari (dati al 2021) in cui si coltiva Grillo nell’isola, registrando un + 273% rispetto alla produzione del 2004, quando gli ettari erano 2.300. Attraverso espressioni diverse, il Grillo regala, in ogni differente area in cui si produce, una versione di sé riconducibile alle sue caratteristiche varietali e, com’è tipico di un fenotipo nato e cresciuto in Sicilia, è in grado di creare in ogni contesto un’interessante sinergia.

Se rapportiamo l’imbottigliato di Grillo DOC Sicilia del 2017 – ovvero 3.401.676 unità – a quella del 2022 – ovvero 20.058.504 – notiamo un + 489%. Dai dati attualmente a disposizione, inoltre, già nel 1° semestre del 2023 si contano 12.831.328 bottiglie, registrando un + 12% rispetto al 1° semestre 2022, quando le bottiglie prodotte erano 11.440.296.

“Al Grillo, vitigno che si distingue tra le oltre 70 varietà autoctone della regione – racconta Antonio Rallo, Presidente del Consorzio Tutela Vini doc Sicilia – attribuiamo il merito di essere stato uno dei principali ambasciatori del grande valore del vino Doc Sicilia in Italia e all’estero. Un vero e proprio portabandiera della qualità del vino siciliano nel mondo anche grazie alla sua estrema versatilità e abbinabilità con i piatti tipici della cucina siciliana e italiana, esaltati dalla sua intensa carica aromatica e da caratteristiche organolettiche capaci di esprimere a pieno il terroir di provenienza”.

Al Consorzio Sicilia DOC aderiscono quasi 8.000 viticoltori e circa 500 imbottigliatori. La Sicilia è la più grande area vinicola biologica in Italia: rappresenta il 30% della superficie nazionale e con i suoi oltre 42mila ettari ha anche il primato tra le regioni che praticano una viticoltura sostenibile, assoggettata al disciplinare bio o a quello di produzione integrata.