(di Paolo Danieli) Inaccettabile l’ingerenza di Zelensky sulle liste di proscrizione. Non si tratta di essere pro o contro la guerra, pro o contro Putin. Non c’entra l’opinione che si ha sulla guerra in Ucraina. Qui bisogna prendere atto che Zelensky ha superato ogni limite e, in preda ad un delirio di onnipotenza generato dalla condiscendenza dei leader europei, si permette un’ingerenza negli affari interni dell’Italia che nessuno s’era mai permesso di fare.

Zelensky. Ingerenza inaccettabile

In occasione del G7 di Kiev, presieduto dall’Italia nella persona di Giorgia Meloni, Zelensky s’è permesso di dire: “Sappiamo però che in Italia ci sono tanti filo-putiniani e in Europa anche. Stiamo preparando una loro lista, non solo riguardo all’Italia, da presentare alla Commissione europea”
Tradotto, chiede che il governo italiano compili delle liste di coloro che non sono allineati su posizioni filo ucraine o hanno simpatie per la Russia.

Zelensky.Inaccettabile ingerenza

Una gravissima ingerenza negli affari interni dell’Italia oltre che una manifestazione dello strano concetto dei democrazia che ha Zelensky. Un’ingerenza che la Meloni non può accettare, a prescindere dalla sua collocazione di sostenitrice della causa ucraina, ma per un’elementare questione di dignità nazionale.

Lo ha anche notato subito Stefano Valdegamberi, notoriamente su posizioni filo-russe, che ha definito  “gravissime le parole del Presidente ucraino Zelensky rivolte a Giorgia Meloni durante l’ultimo vertice dei G7, in cui parla di liste di proscrizione “.
“Liste in cui sono riportati i nomi degli italiani che – a suo dire –  sarebbero a favore di Putin e quindi dovrebbero essere espulsi dall’Italia. Chi non è d’accordo sull’invio di armi o sulle cause di un conflitto che rischia di portarci in guerra, dovrebbe essere mandato in esilio? 

Zelensky. Inaccettabile ingerenza sulle liste di proscrizione


Gli ucraini hanno già un sito web con le Liste di Proscrizione. E’ accessibile da tutti e si chiama Myrotvorec. E’ un sito su cui sono schedati centinaia di italiani (giornalisti e politici compresi) che semplicemente esprimono un’idea diversa, e su cui era stato inserito anche Papa Francesco”

Sarà bene che l’Italia ci pensi bene prima di accettare l’entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea. Le dinamiche politiche di quel paese non sono propriamente quelle di un paese democratico e l’uscita del suo presidente è un esempio chiarissimo. 
I veronesi non dovrebbero aver dimenticato che nel 2016 il predecessore di Zelesnky alla presidenza della repubblica, Petro Porošenko, era in possesso, non si sa come, dei 17 quadri che erano stati rubati a Castelvecchio l’anno prima e per i quali era stato anche denunciato.