Incontro tra Comuni e Regione per per risolvere la morìa del kiwi nel veronese. Come era stato auspicato dopo la “spedizione“ al Ministero e all’Ismea a Roma, nella sede del genio Civile di Verona si è svolto l’incontro, organizzato grazie all’interessamento dell’assessore regionale Massimo Giorgetti, tra l’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato ed una delegazione dei dieci comuni colpiti dalla morìa anomala del kiwi (actinidia).
La delegazione era composta da Vania Valbusa per il Comune di Valeggio, Giandomenico Allegri (Sommacampagna), Adriano Cordioli, Paolo Ciresola e Giandomenico Franchini (Villafranca), Carlo Maraia (Bussolengo) e Alessio Giacopini direttore dei mercati alla produzione di Sommacampagna-Sona e Bussolengo-Pescantina.
“I dieci comuni colpiti si sono uniti e trovati più volte a discutere per poter dare una risposta agli agricoltori del territorio” dichiara Maraia.
“Una piccola rappresentanza è stata recentemente a Roma per portare il problema all’attenzione del Ministero dell’agricoltura e dell’ISMEA, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo alimentare, allo scopo di reperire nuovi finanziamenti alle aziende in difficoltà nel rispristino delle colture” completa Allegri.
“Poichè la morìa del kiwi non è una fitopatia, sono due le strade che la Regione sta percorrendo: quella del finanziare la ricerca sul perchè le piante di kiwi muoiono e quella di inserire la problematica nel Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Veneto” dichiara il consigliere Adriano Cordioli.
Nel frattempo, in collaborazione con Veneto Agricoltura, gli enti coinvolti nella ricerca (Comuni, Provincia di Verona, kiwi IGP del Garda e AGREA) stanno predisponendo un campo prova per dare le indicazioni per il reimpianto nelle zone colpite.
La morìa delle piante di kiwi, iniziata nel 2012, è probabilmente causata da asfissia delle radici: nell’ultimo triennio le piogge abbondanti hanno compattato il terreno, soffocando le radici che non riescono più a portare nutrimento alla pianta.
“Si tratta di un problema gravissimo, soprattutto per gli agricoltori che hanno scelto nell’ultimo decennio di puntare sull’actinidia alla luce delle scarse rese della peschicoltura” dichiara l’assessore Vania Valbusa.