Come ottenere il 40% a fondo perduto sul vostro fotovoltaico” è stato spiegato mercoledì presso la sala conferenze del ‘Verona Stone District’ di S.Ambrogio Valpolicella in un convegno dedicato alle Comunità Energetiche Rinnovabili patrocinato dal distretto del marmo della Regione Veneto.

Ha introdotto i lavori il presidente del Verona Stone District, Filiberto Semenzin, che ha spiegato la natura manifatturiera del distretto lapideo di Verona e della Regione Veneto, sottolineando come l’aggregazione delle imprese attraverso il distretto può diventare un volano importante per massimizzare l’ottenimento dei contributi messi a disposizione da parte dei diversi enti pubblici, e potrebbe anche permettere di creare un sistema energetico virtuoso all’interno dei comuni del distretto, tramite il meccanismo delle CER (Comunità Energetica Rinnovabile).

Hanno poi proseguito nella presentazione i due relatori, Attilio Zorzi, referente del distretto per gli aspetti finanziari e strategici, e Rodolfo Reverdito Bove della società Eureka srl di Trento, attiva nella sostenibilità energetica e nell’installazione di impianti fotovoltaici, la quale ha già dato vita ad una Comunità Energetica rinnovabile, denominata Eureka CER, attiva per l’intera zona mercato del Nord Italia e quindi configurabile su ogni cabina primaria del nostro territorio.

Attilio Zorzi ha illustrato la logica che ha portato l’Unione Europea e l’Italia ad investire ingenti risorse nelle energie rinnovabili. Infatti, nell’ultimo biennio le difficoltà di approvvigionamento di idrocarburi e la necessità di staccare il continente dai combustibili fossili e dalle forniture russe ha fatto si che la Commissione Europea mettesse in campo un piano denomino Repower EU, che si pone fondamentalmente tre obiettivi: risparmio dell’energia, produzione di energia (pulita) in loco e diversificazione delle forniture energetiche.

L’Italia a tal proposito ha attivato due misure di fondamentale importanza per rispondere a queste esigenze. In primo luogo ha investito sulleCER con una dotazione di 5,7 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi per i contributi sugli impianti di autoproduzione e autoconsumo di energia rinnovabile, che sono del 40% a fondo perduto, nei comuni sotto i 5.000 abitanti, in aggiunta a 3,5 miliardi per la tariffa incentivante sull’energia autoconsumata all’interno della CER.

In secondo luogo sta dando vita al Piano Transizione 5.0 dotato di 6,3 miliardi di euro, a partire dal 1 gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2025, di cui 3,7 miliardi destinati ai macchinari in 4.0, 1,9 miliardi per impianti di autoproduzione e autoconsumo di energia rinnovabile e 630 milioni per la formazione.

Venendo, quindi, al tema centrale della conferenza, Rodolfo Reverdito Bove di Eureka, ha spiegato che una Comunità Energetica Rinnovabile consiste in un’associazione tra cittadini, attività commerciali pubbliche amministrazioni locali e MPMI Micro, Piccole e Medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale, all’interno di una stessa cabina primaria. 

Ha poi illustrato il meccanismo di funzionamento dell’Eureka CER, la comunità energetica rinnovabile, costituita a maggio sotto forma di cooperativa per azioni, attraverso la quale, aziende e privati cittadini possono iscriversi e beneficiare così, dei contributi a fondo perduto per l’installazione di impianti fotovoltaici nei comuni sotto i 5.000 abitanti e invece, di un importante tariffa incentivante, che varia da 8 a 13 centesimi al kw per l’energia scambiata e autoconsumata all’interno della CER, per tutti i residenti nei comuni sopra i 5.000 abitanti.

Si tratta di un’opportunità unica, che permetterà di mettere a fattor comune l’energia prodotta localmente da impianti rinnovabili di nuova costruzione, condividendo sia la produzione che i consumi tra le aziende, i cittadini ed i comuni, evitando sprechi e portando benefici economici a tutti gli attori coinvolti. 

Una serata formativa importante, che ha visto presenti le imprese del distretto del marmo, gli amministratori locali e anche i cittadini, a riprova dell’importanza della questione energetica e del ruolo di facilitatori che svolgono i distretti industriali sul tessuto della nostra provincia.