(di Maurizio Brunelli) Verona è riconosciuta come una delle più importanti città d’età romana. Vanta oltre all’Arena numerosi monumenti, sia in superficie che nel sottosuolo che ne fanno, con Aquileia, un esempio paradigmatico per l’Italia settentrionale. Le scoperte e gli studi (soprattutto quelli effettuati da una quarantina d’anni a questa parte) hanno dimostrato che la nascita della Verona romana all’interno dell’ansa dell’Adige fu il prodotto di una decisione politica da parte di un’altissima committenza. 

Ottimizzare il valore della Verona ‘romana’

Spostare il primitivo insediamento dalla collina al piano, sbancando letteralmente un colle per far posto ad un Teatro e ad un Odeon non è certo cosa da poco. Si pensa per questo addirittura a Giulio Cesare. Il fatto poi che ad immagine dell’Urbe sia stata dotata di un Campidoglio del tutto simile a quello di Roma (solo ridotto di un terzo), di strade tutte insolitamente larghe 12 m e di altre particolari soluzioni architettoniche via via attuate dai successivi imperatori sta a significare la sua rilevanza strategica sia dal punto di vista militare che commerciale. Una caratteristica che peraltro mantenne anche dopo la caduta dell’impero e si protrasse nei secoli tanto da apparire ancora oggi una piazzaforte. 

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Perché Verona non ha mai capitalizzato questa potenzialità? Sazia forse degli spettacoli in anfiteatro e del mito di Romeo e Giulietta?
In verità come presidente della sezione veronese di Archeoclub d’Italia ho cercato nel corso dell’ultimo trentennio di sensibilizzare le nostre Amministrazioni comunali sull’opportunità di valorizzare questa sua peculiare facies. Addirittura nel 2008 proposi alla responsabile della locale Soprintendenza ai beni archeologici, Giuliana Cavalieri Manasse, di realizzare un docufilm che permettesse ai cittadini e ai turisti di conoscere il suo quarantennale lavoro sulla Verona d’età romana. Non fu affatto facile convincere una studiosa che si dichiarava non interessata alla divulgazione.

Ci riuscii e da quel momento iniziò un’avventura lunga, difficile e faticosa che si concluse solo un paio d’anni fa. Avevamo infatti bisogno di un aiuto economico. Ma nonostante lavorassimo con la direzione scientifica della Soprintendenza, in collaborazione con il nostro Ateneo e i Musei cittadini, a parte un piccolo contributo dell’Amministrazione Tosi e di due privati, nessuno si dimostrò concretamente interessato a finanziare l’opera.

Alla fine il docu-film si è potuto realizzare grazie all’autofinanziamento dei soci di Archeoclub Verona e alla collaborazione gratuita degli studiosi. Un’ora e quaranta minuti di girato che abbiamo donato al nostro Comune e che dallo scorso anno è a disposizione di tutti i cittadini e di tutte le scuole. 

Con questo docu-film ci siamo proposti di far conoscere e valorizzare il prezioso patrimonio storico e archeologico della Verona d’età romana, offrendolo in una forma, per quanto possibile, divulgativa ed accattivante senza rinunciare al rigore scientifico. Per questo crediamo sia adatta soprattutto agli studenti ma, più in generale, anche ai cittadini e ai turisti in visita alla nostra città.

Abbiamo innanzitutto seguito il cammino della nascita e dello sviluppo della città romana nel contesto più ampio della “romanizzazione” della pianura padana, cercando di far comprendere che la Verona di quel tempo è una città che calpestiamo ogni giorno, spesso senza saperlo. Per questo motivo le emergenze monumentali a tutti note come l’anfiteatro, il teatro, il ponte Pietra, le porte Leoni e Borsàri, l’arco dei Gavi, acquistano un vero senso se inserite nell’antico tessuto urbano ancor oggi ben presente nel nostro centro storico formato dal modello a scacchiera dell’originario reticolo viario.

Il testo narrativo che supporta il film è il risultato di un lungo e paziente lavoro di studio e comparazione – ed infine di sintesi – dei risultati offerti da una quasi quarantennale ricerca della locale Soprintendenza archeologica e dai paralleli studi degli storici.

Testo e filmato ripercorrono le varie tappe della vicenda urbanistica di Verona romana e del suo contesto storico, dalla nascita come oppidum celtico sorto sul colle di San Pietro alla fondazione della città in mattoni nell’ansa dell’Adige al tempo di Cesare per giungere, attraverso le fasi d’età imperiale, fino a Teodorico e alla sua cinta muraria. E’ emersa così l’assoluta originalità di Verona nel panorama delle città della Cisalpina, che si evince da talune precise scelte architettoniche, diretta conseguenza del suo fondamentale ruolo strategico, rimasto peraltro immutato fino ai nostri giorni.