Incubo carni rosse e lavorati sulle nostre tavole. Ma ecco la replica di Coldiretti. “Le carni Made in Italy sono più sane non trattate con ormoni e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali. Le carni del territorio veronese, poi, si distinguono per l’elevata qualità basata sull’utilizzo di cereali nobili, come granoturco, soia, polpa di barbabietole, fieno, nell’alimentazione degli animali non trattata con ormoni. Nessuno Stato europeo è sottoposto ai controlli a cui siamo sottoposti in Italia con verifiche molto fiscali nel settore veterinario che risponde al Ministero della Sanità con tutte le garanzie del caso”. Commenta così Claudio Valente, presidente di Coldiretti Verona e allevatore di bovini da carne, il rapporto Oms diffuso ieri. “Il rapporto Oms – continua Valente – è stato eseguito su scala globale e non si tiene peraltro conto che gli animali allevati in Italia non sono uguali a quelli allevati in altri Paesi. Le produzioni veronesi si possono acquistare direttamente dai produttori, in diverse macellerie o in parte della grande distribuzione, ancora troppo poca, del territorio che comprano direttamente dagli allevatori locali”. “Il consumatore italiano – sottolinea Valente – ha trovato un proprio equilibrio nel consumo di carne rossa, imparando a dosare i vari alimenti nella propria alimentazione, con un consumo di 78 chili pro capite all’anno. La carne ha un ruolo importante ma come per tutto non se ne deve abusare. Lo studio dell’Oms sul consumo della carne rossa sta creando una campagna allarmistica immotivata per quanto riguarda il nostro Paese, che ha appunto una dieta fondata su una alimentazione basata su prodotti locali, stagionali, freschi; è il segreto alla base dei primati di longevità degli italiani, con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini”.
A dover rassicurare i consumatori italiani è tra l’altro una frase riportata sullo stesso studio dell’Oms dove si afferma chiaramente che “E’ necessario capire quali sono i reali margini di rischio ed entro che dosi e limiti vale la pena di preoccuparsi davvero”. Altrettanto importante è capire esattamente di quali tipi di carne e di quali sistemi di lavorazione si sta realmente parlando quando si punta il dito contro la carne.
“Nella cultura locale, la trasformazione della carne in salumi – precisa Luigi Bortolazzi, presidente onorario dell’associazione macellai veronesi e macellaio da sessant’anni – avviene naturalmente solo con il sale, pepe e aglio, se necessario, senza conservanti di sorta. In questo modo, ogni impasto ha una propria caratteristica che distingue e caratterizza i prodotti e non li omologa”.
“L’ennesimo falso allarme che non riguarda le nostre produzioni conferma la necessità di accelerare nel percorso dell’obbligo di etichettatura d’origine per tutti gli alimenti, a partire dai salumi – conclude il presidente di Coldiretti Verona – E’ questa la vera battaglia che l’Italia deve fare in Europa per garantire la salute dei suoi cittadini e il reddito delle sue imprese”.
Il falso allarme mette a rischio un settore chiave per l’economia della regione Veneto e della provincia veronese. L’allevamento di bovini da carne in Italia conta 5,7 milioni di capi e occupa 180mila posti di lavoro. Le imprese zootecniche si concentrato nella Pianura Padana tra Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. La regione Veneto rappresenta il 40% della produzione italiana, con oltre 6 mila stalle localizzate nelle province di Vicenza (1.604) Verona (1433) Treviso (1364) e Padova (1250).