Tutti i candidati a sindaco hanno manifestato l’intenzione di rivitalizzare il settore della cultura come crescita della comunità ma anche come volano economico. Ecco quanto emerso nell’incontro organizzato all’Auditorium.
Isabella Roveroni (Progetto Villafranca, Idee in cantiere): «Sala Ferrarini è nata da un Piruea quando ero assessore. Non avevo i contenitori, inventai la rassegna dei concerti e spettacoli nei luoghi di lavoro. Ora ci sono. Ferrarini, Bottagisio, Castello che sarà aperto tutti i giorni e fruito dai villafranchesi che non interessa a nessuno un prato verde non calpestatile. Serve un progetto culturale con la C maiuscola. Ripetutamente abbiamo pungolato affinché questa amministrazione desse vita a progetto culturale degno di Villafranca ma è stata completamente assente. Serve un soggetto gestore per l’utilizzo dei contenitori coinvolgendo le intelligenze del territorio ma cercando collaborazioni con nomi di rilievo che possono venire anche da lontano. Bene che la cultura sia nel programma di tutti anche di chi sino ad oggi tanto non si è speso. Ed è sotto gli occhi di tutti. Hanno supplito al vuoto culturale dell’amministrazione le associazioni e le scuole. L’amministrazione comunale deve essere l’attore primario ma è stata latitante. Deve capire che bisogna investire sulla cultura e metterci anche dei soldi per far decollare un progetto culturale degno di Villafranca con un soggetto di alto spessore che collabora con gli attori del territorio».
Clara Zanetti (Cinque Stelle): «Le aziende delocalizzano perché hanno rete veloce, meno burocrazia e meno tasse. Uno Stato senza cultura è morto. Ora bisogna aprire le porte a personalità capaci, che possano iniziare un percorso, avere sale polifunzionali nelle varie frazioni. A Dossobuono palestra nel sotterraneo e malsano».
Francesco Giacopuzzi (Il Popolo della Famiglia, ha sostituito il candidato Ennio Chiaramonte): ««Fondamentale un coordinamento delle ricettività, di Sigurtà, Custoza. E’ necessario mettersi in rete con i nostri vicini per attrarre le persone che passano da là. Presunzione pensare che vengano qui solo perché siamo Villafranca. Castello è la bomboniera della nonna messo sull’ultimo scaffale che tutti la possano vedere ma nessuno può toccarla. Si è finalmente capito che si è sbagliato e quindi va aperto per 365 giorni. Una parte come parco urbano per le famiglie. Usato e vissuto non va in degrado. Deve essere il salotto di Villafranca. Non può essere la parte finale del corso. Basta tanti mercatini tanto per fare, pochi ma di qualità usando il Castello e aprire la torre. I contenitori devono essere di qualità. Biblioteca area condizionata rotta e finestrone che non si può aprire perché rischia di cadere. Sala civica a Dossobuono degradata. Gestione degli spazi col volontariato fanno sentire lo spazio come proprio, raccoglie la carta se uno passa».
Andrea Cordioli (Borgo Libero): «Cultura arricchisce e lega. Noi ragazzi non abbiamo radici ben salde, non te ne accorgi e non cresci bene. Bisogna avviare processo culturale che valorizza le nostre tradizioni ma sempre in un’ attica europeistica. Villafranca ha storia pazzesca che in tanti non conoscono. Recupero delle feste tradizionali crea turismo e un indotto economico. Bar vicino alla stazione fermo da tre anni e Rti lo dà in comodato d’uso alle associazioni. Non è stato fatto. Riqualificare il territorio. Invitare artisti e dare opportunità a chi vuole crescere e attingere da questa esperienze (abbellire Palazzetto). Cultura come spazi di aggregazione ma sempre partecipato dal basso. Stanze del Castello in mano ad associazioni che trattano storia locale, se ne prendano cura e le tengano vive con rievocazioni storiche nella piazza d’armi. Ma anche cultura del politica. Pensiamo di non aver alcun potere di incidere nelle scelte dell’amministrazione. Non è così».
Roberto Dall’Oca (Insieme si può, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Villafranca Domani): «Buone idee che vanno prese in considerazione. Bar dipende da Ferrovie che vuole darlo a commercio, stazione già usata da associazioni. Contenitori. Fatto molto altrimenti non saremmo qui a parlarne. Ora bisogna riempirli di contenuti. Servono idee e slancio per dare ala cultura lo spazio che merita. Lo faremo con le associazioni e le realtà del territorio. Promozione del territorio da portare avanti. Serraglio e prodotti enogastronomici che posiamo vendere ed esportare . Mettere in sinergia sfogliatina, pesca e altri prodotti con quelli degli altri comuni come Valeggio. Abbiamo messo in bilancio 240 mila euro all’anno per la cultura, se sono pochi li aumenteremo avendo deciso di investire in coltura. Castello è l’emblema e va aperto con tutti i percorsi culturali. Da lì dovrebbe partire e arrivare il turista».
Lino Massagrande (Noi per voi): «Dopo anni di abbandono bisogna riprendere in mano la cultura che non significa solo portare qua spettacoli, ma anche scuole. Possiamo portare l’università di medicina, di scienze gastronomiche viste le potenzialità sul territorio. Aeroporto e quindi scuole di formazione per piloti e assistenti di volo e per ferrovieri. Creare il polo scolastico tra ferrovia e bretellina verso Martinelli. Contenitori culturali. Sala Ferrarini bellissima ma non è un cinema nè un teatro. Serve il Verdi. Riprendere in mano il Tiro a segno per le scuole. Speso 100 mila euro per il tetto ed è tornato al demanio. Mercato ortofrutticolo va suddiviso e creare una sala polifunzionale, un Palacover che non disturbi la cittadinanza. Riaprire il Castello, sostenere le associazioni che sono il cuore pulsante. Una scuola è andata a Valeggio perché costava meno il pullman che la sala Ferrarini. All’interno del Castello devono venire tutte le scolaresche anche dall’Austria e la Germania per far capire cosa è stato il Risorgimento a Villafranca. Ci sono i fondi europei da recuperare».