Risate, divertimento e un ritorno al passato. Lo spettacolo ‘‘Can da l’Oca’’ della fondazione Compagnia Aurora ha rappresentato un importante recupero della tradizione pur in chiave moderna. E con l’aggiunta di un giorno in più di spettacolo tutti hanno avuto la possibilità di trovare il biglietto mettendo così a tacere le polemiche dello scorso anno.
La 62ª rivista ha dunque recuperato la ‘‘villafranchesità’’ ed ha strappato risate con la vena comica dei tre pensionati che ciacolando al bar hanno rappresentato la gente tipica di Villafranca, tra autoctoni (Galineta Giancarlo Bellesini, figlio del grande Nuto) e importati (il maresciallo Filippo Menditto, 40 anni sul palco, e il valesan Mariano Melchiori, incontenibile in scena). Col barista (Damiano Nalini) a impazzire perché occupano il tavolo tutto il giorno bevendo un caffè o una birra in tre e la vigilessa (Silvia Bertucco) a multarli quando nominano invano la parola oca in omaggio al nuovo sindaco.
Anche i supermercati Martinelli rappresentano oramai un simbolo della Villafranchesità e un luogo di aggregazione (eccellente la ripresa esterna) e quindi è stata giusta la scelta di far partire da qui la storia d’amore dei due ragazzi (Elisa Galli e Thomas Benedetti) che potrebbero diventare star di Hollywood e campione di tennis a Wimbledon ma le madri (Laura Murari ed Alessia Antinori) troppo ‘‘esuberanti’’ rovinano loro la carriera.
Spazio con misura giusta ai balletti e un video wall quest’anno non troppo invadente.
Debutto, infine, per i nuovi amministratori. Nella scenetta della piazza l’assessore alla cultura Claudia Barbera (Federica Fagiuioli) cerca inutilmente di far fare bella figura al sindaco Dall’Oca preparandogli il discorso.
E gran finale con il confronto tra l’ex sindaco Mario Faccioli (Gian Melchiori) e l’attuale Dall’Oca (Andrea Raule). I burloni dell’Aurora hanno di fatto riesumato sul palco il sindaco Mario Faccioli. Nella realtà, infatti, l’ex primo cittadino non è più stato minimamente partecipe della vita della sua comunità villafranchese dal giorno dopo le elezioni. Ricordando la passata amministrazione, hanno tirato delle rasoiate satiriche non da poco. Come sulla locandina, è un ‘‘rosega dog’’ che si abbatte sul pacioso conte ‘‘goose’’ da l’Alpo. Quest’ultimo cerca di contenerlo ma finisce per dover scappare con Faccioli che lo insegue con la mazza da baseball.

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