Il 53° Vinitaly come crocevia e vetrina dell’Italia che vuole esportare i suoi prodotti migliori in tutto il mondo. E la sua importanza è stata testimoniata dalla ‘‘calata’’ a Verona di tutti i personaggi politici più in vista. «Vinitaly è una fantastica celebrazione della qualità e della biodiversità del patrimonio culturale e vitivinicolo, che si rispecchia nel fatto che l’Italia ha più di 600 indicazioni geografiche, il numero più alto in Europa. Compito dell’Unione europea è tutelarle» ha detto il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha sottolineato che la forza della manifestazione arriva anche dal territorio: «Il Veneto che partecipa al Vinitaly dei record è un record a sé. Siamo i primi produttori d’Italia con 16,5 milioni di quintali di uva e 13,5 milioni di ettolitri, con un 1,6 miliardi di export e 53 denominazioni presenti. Il futuro del vino è l’eco-sostenibilità, certificazione ambientale del prodotto, del vigneto e dell’intero processo di produzione». Alla edizione più grande di sempre, per quattro giorni sono stati presenti 4.600 aziende espositrici (130 in più dello scorso anno) da 35 nazioni, con 125mila presenze da 145 nazioni, in linea con l’edizione precedente ma con più qualità e numero dei buyer esteri accreditati (+3% per un totale di 33 mila presenze).
«L’Italia è un mega-vigneto da 650mila ettari, con 406 vini a denominazione, 310mila aziende – commenta Maurizio Danese, presidente di Veronafiere –. Si beve meno ma il mercato del vino tiene e produce un valore al consumo del mercato interno che l’Osservatorio Vinitaly – Nomisma Wine Monitor stima nel 2018 in 14,3 miliardi di euro, per un volume di vino venduto pari a 22,9 milioni di ettolitri».
Nella top five delle provenienze degli operatori primeggiano gli Stati Uniti (+2% sul 2018), seguiti da Germania (+4%), Regno Unito (+9%), Cina (+3%) e Canada (+18%). Su questo fronte molte bene il Giappone (+11%). «Un risultato che, sommato agli altri registrati dal Far East, supporta la nostra scelta di creare una nuova piattaforma di promozione Wine To Asia attiva dal 2020 in Cina, a Shenzhen – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Basti dire che la domanda globale di vino dell’Asia Orientale vale 6,45 miliardi di euro di import ed è prossima all’aggancio del Nord America che somma 6,95 miliardi di euro».