Non c’è stata alcuna aggressione a sfondo razziale o xenofobo. La conferma arriva dalla Questura che ha spiegato come ci siano tre fermi per il tentato omicidio del senzatetto alla stazione a Villafranca, due italiani e un romeno, due senza fissa dimora e uno residente a Villafranca. L’episodio gravissimo capitato al senzatetto romeno di 42 anni Vasile Todirean, secondo le indagini della squadra mobile della Questura e del settore operativo della Polfer di Verona coordinate dal pm Elvira Vitulli è maturato nell’ambito del disagio e delle difficoltà nell’inserimento sociale delle persone coinvolte e sono state escluse le altre piste come appunto l’aggressione a sfondo razziale che, senza aspettare la piena conoscenza dei fatti, avevano subito scatenato le forze politiche contrarie a chi governa.
Per arrivare a queste conclusioni sono stati visionati decine di filmati delle telecamere di sorveglianza.
Che la pista razziale fosse discutibile lo aveva detto in tempi non sospetti anche l’assessore al sociale Nicola Terilli: «A Villafranca non ci sono baby-gang né bande ed è più probabile una rissa con qualcuno che conosceva. Vasile è una persona pacifica, non disturba, non è aggressivo né violento ma ha il grosso problema dell’alcol». Proprio l’ubriachezza al limite del coma etilico che lo faceva cadere quasi esanime su panchine o per strada era stata a marzo la motivazione per il primo Daspo del Comune di Villafranca.
Sull’argomento è intervenuto di nuovo anche il sindaco Roberto Dall’Oca che segue dalle vacanze la vicenda: «Il Daspo previsto per legge è comunque un atto estremo. La persona in questione era notoriamente ubriaca e stesa sulle panchine delle piazze, in mezzo a famiglie e a ragazzini, e questa situazione non era certo educativa. Rimango soddisfatto nell’apprendere, come ne ero convinto, che Villafranca non è razzista, che non ci sono baby gangs come qualcuno aveva ipotizzato, ma che l’episodio, pur ingiustificato, riprovevole e che va punito, rimane un fatto circoscritto al limitato numero dei senzatetto frequentanti la Stazione. Abbiamo cercato di aiutarlo in tutte le maniere, ma si è sempre opposto».
Dall’opposizione il Centrosinistra chiede un consiglio comunale ad hoc, un approfondimento che favorisca l’emersione delle criticità esistenti (sociali, urbanistiche, ecc.) e prospetti qualche soluzione possibile.
«Negli scorsi anni abbiamo presentato interrogazioni in relazione allo stato in cui versa la stazione di Villafranca, proponendo anche soluzioni concrete, tra le quali anche la riapertura del locale bar – affermano Stefano Corazzina, Isabella Roveroni, Paolo Martari, Daniele Pianegonda e Matteo Melotti -. Una maggiore vitalità della stazione garantirebbe più controllo (indiretto) da parte degli utenti. A ciò si deve aggiungere un sistema più efficiente di monitoraggio tramite la polizia locale di pattuglia, le telecamere installate e da installare e, più in generale, una riqualificazione dell’intera area, che coinvolge anche il limitrofo locale magazzino, gli spazi interni (attualmente dati in uso ad associazioni di volontariato), gli appartamenti al primo piano e il parcheggio esterno, compreso quello delle biciclette».