Chiude la società di gestione, ma non il mercato ortofrutticolo. Lo ha deciso il consiglio comunale di Villafranca coi voti favorevoli della maggioranza. E questo apre la porta a un futuro più diversificato utilizzo della struttura. «Sono rimasti solo due posteggianti – spiega il consigliere delegato alle partecipate Luca Pigozzi (Lega) – La società è arrivata alla fine del suo percorso anche in base alla normativa attuale che impone una revisione delle partecipate che non danno utile e quindi si propone la messa in liquidazione».
Il consigliere Adriano Cordioli (insieme si può) ribadisce la chiusura solo della società: «Il mercato ortofrutticolo finché ci sarà richiesta di usufruirne rimarrà a disposizione. Su richiesta della società già un anno fa era stata ridotta la superficie a loro disposizione».
Il sindaco Roberto Dall’Oca (Insieme si può) ricorda che c’è uno studio preliminare fatto dalla precedente amministrazione dove si andava a chiudere gran parte della struttura per fare area ballo, svago e fieristica. «Serve un milione di euro per realizzarlo. E’ stato inserito nel documento unico di programmazione perché se ci fossero delle risorse andremmo a farlo. Ci sono richieste di utilizzare parte della struttura per magazzini, realizzazione dei carri di Carnevale e Opera Silente per i loro mezzi e l’ufficio. Entro metà novembre sarà ristrutturata la palazzina a servizio di attività giovanili».
A questo proposito l’assessore Jessica Cordioli (Insieme si può) evidenzia che la palazzina sarà a disposizione delle associazioni ma non ad uso esclusivo di qualcuno. «E’ un progetto per raccogliere i bisogni dei ragazzi dai 13 ai 30 con maggior attenzione fino a 18 anni perché la fascia universitaria già riesce ad organizzarsi meglio».
L’assessore Nicola Terilli (insieme si può) spiega che sono stati visitati alcuni centri di aggregazione giovanile, tra cui quello a Rovereto. «Là hanno più risorse, ma è una realtà che funziona molto bene per svago, studio, spazi da affittare e officina dove i ragazzi seguiti dai servizi sociali si mettono in gioco. Nota dolente è che chi lo frequenta è dai 20 anni in su, mentre anche loro fanno fatica ad intercettare la fascia adolescenziale».