lE’ feroce la polemica in atto in relazione alle mascherine a prezzo imposto che non si trovano in farmacia. Il portavoce regionale dell’Ente del Terzo Settore ANAS (Associazione Nazionale di Azione Sociale), Francesco Bitto, ha scritto una lettera aperta alla presidente di Federfarma, Elena Vecchioni, per esprimere il proprio dissenso verso la polemica che stanno portando avanti le Farmacie con vari cartelli critici sulle mascherine a prezzo imposto. Bitto lamenta che in questi cartelli ci si rivolge ai cittadini, che non hanno nessuna colpa, e non direttamente al Governo, oltre a proporre di donare le mascherine acquistate prima del prezzo imposto alle famiglie in difficoltà.
«Quello che sta accadendo in varie farmacie lo trovo assolutamente fuori luogo, visti i problemi che stanno affrontando milioni di famiglie italiane. Mi riferisco ai cartelli che invitano la clientela a rivolgersi, per le mascherine a 50 centesimi, al Governo approntati con un tono sprezzante e infastidito dinnanzi ad un’emergenza che sta portando milioni di famiglie a far fatica a mettere sul tavolo un “tozzo di pane”. E noi come associazione siamo a contatto tutti i giorni con situazioni drammatiche. La clientela nessuna colpa ha di tutto ciò (a parer mio bisognerebbe rivolgersi al Governo non ai cittadini).Visto che le farmacie, che non hanno mai in questa emergenza avuto giorni di chiusura, senza voler far le pulci al bilancio di queste attività e degli investimenti che abbiano potuto fare per comprare le mascherine usa e getta di cui si discute, mi risulta difficoltoso credere che se venisse meno il guadagno delle sole mascherine acquistate a più di 0,50 di euro, tali attività commerciali potrebbero andare in grave difficoltà. Pertanto lancio un’idea. Le farmacie potrebbero, con un gesto di cuore, donare le mascherine che hanno acquistato a più di 0,50 € a coloro che non hanno reddito da 2 mesi, magari contattando le associazioni di categoria per la distribuzione (operazione che tra l’altro anche sotto il profilo del bilancio potrebbe dare un rientro in termini di detrazione divenendo donazioni). Sarebbe un bellissimo gesto che andrebbe in contrapposizione a chi, con il proprio atteggiamento di protesta nei confronti del Governo, a mio parere, non sta giovando all’immagine delle farmacie».