Continua lo stillicidio di ordinanze, un rincorrersi senza sosta da quando è scoppiata la pandemia. E ci voleva anche poco a immaginare che con la riapertura dei luoghi del divertimento dove l’aggregazione è massima (movida, discoteche, feste in spiaggia in Italia e all’estero) ci sarebbe stato un ritorno dei contagi. Ora il Ministro della Salute con un’ordinanza, efficace fino ad un nuovo DPCM e comunque non oltre il 7 settembre, ha disposto alcune restrizioni come la sospensione delle attività del ballo, all’aperto e al chiuso, che abbiano luogo in discoteche e in ogni altro spazio aperto al pubblico.
Quella che può riguardare anche la nostra area è l’obbligo di usare dalle 18 alle 6 protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale.
Le Regioni possono introdurre solo eventuali misure più restrittive.
«Da noi può riguardare la piazza o eventualmente le vie dello shopping se c’è tanto afflusso, parchi gioco e luoghi della movida – sottolinea il sindaco Roberto Dall’Oca -. Ma diventa incomprensibile la fascia oraria anche se di notte si moltiplicano le persone in certi luoghi. Come dire che al parco o al bar fino alle 17 non c’è alcun rischio e dopo le 18 sì. Dipende sempre dal senso di responsabilità delle persone. Ci vuole una linea univoca: o ci sono obblighi necessari e allora devono essere in vigore sempre oppure non ha molto significato».
In più diventa quasi impossibile garantirne il rispetto, come si è ampiamente visto da Nord a Sud. Inoltre se chiudi le discoteche ma poi non sei in grado di attuare massicci e adeguati controlli in tutti gli scali aerei (e con i porti aperti a chiunque) è una battaglia già persa.