Addio frutta. Le gelate del 7, 8 e 9 aprile hanno colpito duro anche a Villafranca con danni in molti casi irreparabili alle colture. Di eccezionale portata soprattutto quella dell’8 aprile scorso, con temperature che ad altezza d’uomo hanno variato dai -4° ai -7°.
Le drupacee, ciliegie, albicocche, prugne, susine ma soprattutto la pesca sono state praticamente “annientate”.
Per i kiwi la situazione è in chiaro scuro. Localmente è andata un po’ meglio, ma nella parte a Nord del Comune, nella piana di Prabiano e al confine con Mozzecane anche questa cultura ha subito danni prossimi al 100%.
Per mele e pere in fase di inizio o in piena fioritura i danni si potranno valutare nelle prossime settimane, ma anche lì tanti fiori risultano allessati e destinati a cadere.
Per i possibili danni alle piantine di mais, appena seminato, bisognerà attendere ancora qualche giorno per capire se abbia subito danni da congelamento.
«Le aziende – spiega il consigliere delegato all’agricoltura Adriano Cordioli – hanno messo in atto tutto quanto era nelle loro possibilità per salvare il raccolto, aperto le reti antigrandine (aiutano ad alzare le temperature di 1,5 -2 gradi), effettuato le procedure antibrina con gli impianti di irrigazione (aiutano per 2-2,5 gradi). Tecnicamente le reti antigrandine aiutano contro il freddo perché rallentano la dispersione del calore accumulata durante il giorno, mentre gli impianti che utilizzano l’acqua sfruttano il fatto che l’acqua ghiacciando emana calore, calore che si espande nell’aria creando un microclima nell’appezzamento con qualche grado in più rispetto alle zone non bagnate Nelle zone più fortunate dove una leggerissima brezza ha rimescolato gli strati d’aria, spostando quella più calda posta in alto verso quella più fredda in basso e quindi dove le temperature non sono scese sotto i -4°, le operazioni dei frutticoltori hanno permesso di “combattere” e difendersi. Dove le temperature hanno superato i -4,5° è stato quasi tutto inutile Bisogna considerare anche le molte ore in cui la temperatura è stata sotto lo zero, nella notte dell’8 aprile dalle 22 alle 8 del mattino, un periodo infinito».
Il Comune di Villafranca ha già fatto segnalazione all’Avepa e all’Agenzia del Territorio del grave danno subito dalle culture frutticole. Le tante segnalazioni arrivate da tutto il nord Italia, hanno spinto gli Assessori Regionali all’agricoltura di Veneto, Friuli, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna a valutare di fare fronte comune presso lo Stato centrale per aiutare le aziende colpite, non appena sarà stato certificato il danno, chiedendo uno stanziamento di fondi straordinario in deroga alle normative vigenti sulle calamità naturali.
Nemmeno chi si è assicurato, infatti, potrà trovare grande ristoro. «E’ uno strumento al quale tante aziende guardano con sospetto – spiega Cordioli -. Quelle agevolate, garantite dallo Stato con anche aiuti della Comunità Europea, di sicuro garantiscono le compagnie assicurative, non altrettanto si può dire facciano con gli agricoltori. Hanno infatti una franchigia fissa al 30%, non coprono più del 50% del danno subito oltre ad altre limitazioni nel riconoscimento del danno legate ai fondi per comune e per coltura».