Ieri, 14 giugno, ha riaperto il Pronto soccorso al Magalini, cuore pulsante di un ospedale insieme alle sale operatorie. E dell’ospedale si è parlato anche in consiglio comunale dove il sindaco Roberto Dall’Oca ha relazionato i presenti sugli ultimi sviluppi dopo la visita dell’assessore regionale Lanzarin. Ovvero che il Magalini (come aveva annunciato Target nei gironi scorsi) non dovrà più essere ospedale Covid in caso di nuova emergenza.)
«E’ stato un incontro voluto perché, come detto in consiglio comunale, l’interesse è di tutti. E’ stato sottolineato che ha avuto importanza strategica fondamentale e salvato tante vite. Ma adesso era giusto mettere i puntini sulle i. C’è chi ha usato la stampa e chi ha lavorato sotto traccia per arrivare allo stesso risultato che in questo momento vuol dire la riapertura del Pronto Soccorso. Oggi 1 positivo, 13 in reparto e 7 in osservazione. Anche oggi mi sono sentito con i primari e i medici. Tutti sono partiti con l’entusiasmo di ricominciare. Siamo orgogliosi del nostro personale, dell’impegno e dell’amore che hanno prestato in questo anno e mezzo. Però è arrivato il momento di dire basta. Abbiamo affrontato prima e seconda emergenza. Siamo tutti convinti che con le vaccinazioni non si parlerà più di pandemia e allora l’ospedale Magalini deve riprendere il suo percorso. Lo dobbiamo ai medici per quello che hanno fatto e dato grande prova di responsabilità. Ma ora è giusto che ognuno dimostri le proprie capacità per far brillare il Magalini come ospedale d’eccellenza di un bacino da 120 mila abitanti. Abbiamo ribadito di riportare le schede a prima della pandemia e vuol dire che anche l’Orlandi di Bussolengo deve riprendere il suo percorso perché parliamo di sanità di territorio. Se dobbiamo ragionare ancora in termine di emergenza, abbiamo indicato anche due possibili soluzioni per evitare che solo il Magalini debba sopportare il peso di un’altra eventuale ondata di contagio. La prima è quella di destinare una delle strutture dismesse a Ospedale Covid. Ne abbiamo il tempo e le capacità. La seconda è distribuire equamente su tutte le strutture ospedaliere l’eventuale carico di una nuova emergenza».
Il presidente Lucio Cordioli, che da medico è in costante contatto col personale sanitario del Magalini, evidenzia anche un’idea dell’Ulss in caso di nuovo contagio: «Potrebbero essere destinati 20 posti al terzo piano con percorso autonomo separato da tutto il resto dell’ospedale. Il piano destinato a distretto, infine, potrebbe essere assorbito dall’ospedale spostandolo nello stabile Ulss dall’altra parte della strada».