Il Villafranchese si mobilita per evitare il passaggio del Magalini a Covid Hospital. La chiamata alle armi è stata di Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità, appoggiata dal neonato Comitato per la difesa del Magalini. Ma è diventata una mobilitazione generale vista la partecipazione di tanti amministratori del territorio tra cui i primi cittadini di Villafranca Roberto Dall’Oca, di Povegliano Roberta Tedeschi e di Sommacampagna Fabrizio Bertolaso. Presenti anche i consiglieri regionali Tomas Piccinini e Daniele Polato.
«Siamo scesi in piazza per difendere il Magalini e la sanità pubblica – attacca Bigon – . Non può diventare, ancora una volta, Covid Hospital lasciando scoperto un bacino di utenza di 100mila persone. È un presidio che va potenziato, applicando le schede ospedaliere. Risorse e problemi sul territorio vanno condivisi, non si può scaricare tutto su una singola struttura come fatto finora. Le terapie intensive, criterio importante, vengano condivise da tutti gli ospedali, sia pubblici che privati. La prolungata chiusura ha portato numerosi professionisti a scegliere altre strutture, tanto che oggi sono scoperti ancora alcuni primariati, oltre alla carenza di medici specialisti e infermieri. Se il Magalini tornasse ad essere Covid Hospital il ritorno alla normalità si allontanerebbe ulteriormente, anche se questa normalità, in realtà, il territorio non l’ha mai vista perché il Piano sociosanitario 2019-2023 non è stato rispettato».
Il sindaco Dall’Oca ancora una volta vuole lanciare un messaggio positivo: «Tutti vogliamo che il Magalini torni ad essere ospedale di riferimento e d’eccellenza sul territorio. E’ logico, però, che in questo momento non sai cosa ti riserva il futuro in tema di contagi. Ma grazie ai vaccini la situazione è ben diversa dallo scorso anno. Inoltre la Regione ha fatto investimenti milionari sul Magalini mettendo in sicurezza un reparto apposito per il Covid che permette di affrontare la pandemia senza dover bloccare l‘ospedale. Questo, abbinato al piano vaccinale che continua, ci fa ben sperare. In questi mesi siamo sempre stati in stretto contatto col personale, la direzione Ulss e la Regione senza andare a sbraitare in giro ma con fermezza. Se la Regione confermerà che il carico di positivi verrà distribuito, come sta succedendo, su tutte le strutture ospedaliere, questo consentirà di garantire le prestazioni e l’assistenza sanitaria ordinaria e anche curare i pazienti Covid».
Nei giorni scorsi erano stati i rappresentanti del Magalini, guidati dal direttore medico Paolo Montresor e dal primario Giuseppe Pecoraro, a fare il punto della situazione: « Il direttore Girardi e l’assessore Lanzarin hanno dato rassicurazioni, sempre che l’emergenza non diventi incontrollabile. L’ospedale Magalini sta funzionando regolarmente. Non abbiamo chinato la testa di fronte all’epidemia. Siamo orgogliosi e lo stiamo dimostrando. Pur con le scarse risorse umane che si fa fatica a rimpinguare, grazie allo sforzo di tutti e della direzione generale si stanno sviluppando le attività prima represse e se ne portano di nuove. Ci sono scambi tra ospedali per le utilità dei pazienti, per competenze, discipline, specialità in una politica di rete dove il Magalini dimostra di esse completamente dentro. Purtroppo è un virus pieno di sorprese e quindi non è chiaro lo scenario che ci aspetta. E’ un momento di difficoltà per tutti. Il vociferare crea turbative. Andiamo avanti fiduciosi. Non ci siamo arresi prima e non lo facciamo ora».